Dal 10 luglio è in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “ Le Commesse” (Apollo Records), nuovo brano del cantautore Daniele Barsanti che anticipa il suo nuovo album prodotto da Diego Calvetti.
Mai come negli ultimi mesi ci siam trovati a fare i conti con la nostra quotidianità e con il riflesso di noi stessi, giorno dopo giorno: la routine, talvolta, sembra una di quelle magliette piegate, ripiegate e lasciate su uno scaffale. E’ da questa metaforica scena che prende forma l'ultimo singolo del cantautore. Uno spaccato di vita, una ballata dalle sonorità synth-pop che racchiude una serie di riflessioni ruotando attorno ad un ignoto protagonista.
- Come nasce l'appiglio per scrivere Le commesse, il tuo nuovo singolo in radio dal 10 luglio?
Nasce per caso, appena finito il periodo del lockdown in cerca di vita di normalità mi sono ritrovato in un negozio seduto su uno di quei divanetti e da lì ho solo iniziato a raccontare ciò che vedevo. Una commessa con lo sguardo un po’ perso trai suoi pensieri che piegava e ripiegava la solita maglietta che il cliente di turno prendeva e poi buttava la’. Faceva sempre il solito gesto a loop, come un automatismo. Mi è sembrata la chiave di lettura della sua vita, è da lì che infatti è nata la frase madre della canzone “sono una vita che ripiegano la vita in uno scaffale”. -
Cosa c'é di tutto questo periodo "sospeso" ed incredulo nel disco che uscirà prossimamente?
Di quel periodo spero unico e raro mi è rimasta una canzone “Forever Offline” che non credo però che includerò nel disco. È stata una canzone concepita in un modo del tutto straordinario innanzitutto perché parla di una parentesi temporale che spero ormai chiusa, in più perché è stato un vero e proprio esperimento di sociale di cooperazione. La canzone è infatti nata sulle stories di instagram, attraverso un esperienza interattiva di scrittura con i miei followers ed amici che mi seguono.L’abbiamo proprio scritta insieme. Facevo varie stories in cui davo la possibilità di scegliere tra diverse alternative e loro cosi scegliendo portavano avanti la creazione del pezzo, sia nell’arrangiamento che nella stesura del testo e nella melodia. Alla fine è stata una bella esperienza, che ho raccolto su un video documentario (che non è altro che un montaggio di tutte le stories).In più era diventato un appuntamento fisso da cui è emerso un senso di solidarietà che mi aiutato a rimettermi in pista e pure a scrivere in momento in cui mi sentivo lontano dal mondo. -
Pensi già ad un possibile live? Ti manca il palcoscenico?
Per adesso la situazione live è per lo più ferma, quindi cerchiamo di sfruttare questo spazio temporale per la produzione del disco a cui spero di dedicare più tempo possibile. Ovviamente mi manca tantissimo suonare dal vivo, fare un po’ di ‘baccano’ sul palco e dietro le quinte. Amo stare in mezzo alla gente ma per adesso la situazione non ce lo permette. Voglio pensare che il prossimo anno facciamo un bel rewind e questo anno non lo si conta.
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