Si è concluso ieri con la firma della Carta di Firenze "Unity in diversity", il ‘Glocal forum’ che per quattro giorni ha richiamato nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio sindaci e personalità da tutto il mondo per parlare di pace, dialogo e fratellanza tra i popoli.
“Le città possono e devono essere l’argine pacifico ai conflitti e al terrorismo - ha detto il sindaco Dario Nardella -. Noi sindaci abbiamo una forza incredibile, ma talvolta non ne siamo consapevoli, spesso non la utilizziamo. Se uniamo le nostre forze possiamo far prevalere questa voglia di costruire contro la cultura della distruzione. La Carta di Firenze contiene proprio questi obiettivi: riconoscere le diversità come una ricchezza e non come motivo di scontro; riconoscere le diversità linguistiche, religiose, culturali, etniche e fare di queste diversità il punto di partenza per unire le forze e le energie. Unirle contro il terrorismo, contro tutte le guerre e unirle per affermare una cultura del dialogo e della pace”. “Rivolgeremo l’appello e le proposte della Carta di Firenze alle organizzazioni internazionali come l’Onu e l’Unesco - ha spiegato il sindaco -: gli chiediamo impegni precisi sulla tutela del patrimonio cultuale, oggetto di attacchi e di scontri, e sul riconoscimento e la tutela delle diversità e delle identità di ciascuno. Sono grandi valori e grandi principi che possono tradursi in qualcosa di concreto solo attraverso quell’impegno quotidiano che i sindaci e i governanti delle città conoscono molto bene”.
Questo il testo de ‘La Carta di Firenze’:
La Carta di Firenze
'UNITY IN DIVERSITY' FIRENZE, 5 - 8 NOVEMBRE 2015
Noi, Sindaci riuniti a Firenze, in occasione del Forum internazionale 'Unity in Diversity' (5-8 novembre 2015), a sessant’anni di distanza dal Convegno dei sindaci delle città capitali, voluto dall’allora Sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, riconosciamo:
● il patrimonio come l'insieme dei valori naturali, paesaggistici, culturali, sia materiali che immateriali, che contribuiscono a formare le diverse identità di comunità, gruppi ed individui residenti nelle nostre Città;
● le diverse tradizioni, i beni naturali, paesaggistici e culturali presenti nelle nostre città, non solo come patrimonio locale o nazionale, ma anche come patrimonio dell’intera umanità, che unisce i popoli e le generazioni passate, presenti e future;
● la diversità e pluralità del patrimonio come fonte di scambi, d'innovazione e di creatività, necessari per lo sviluppo spirituale, intellettuale, affettivo e materiale del genere umano;
● il ruolo chiave del patrimonio per il miglioramento della qualità della vita delle nostre comunità e per la costruzione di un processo di pace e sviluppo basato sul dialogo interculturale;
● il ruolo chiave delle città nella promozione di uno sviluppo sostenibile basato sulla diversità delle espressioni culturali e la creatività come motori di sviluppo economico e sociale.
Considerato quanto sopra, noi, come primi cittadini, prendiamo atto della necessità di:
• riconoscere pari dignità e valore ad ogni espressione del patrimonio culturale;
• creare nelle nostre città un ambiente che permetta la promozione e protezione dei diritti umani per tutti, riconoscendo l’accesso al patrimonio come diritto di ogni essere umano e assicurando una sempre più estesa consapevolezza e partecipazione dei nostri cittadini e visitatori nei confronti del patrimonio;
• tutelare e valorizzare, per le future generazioni, il patrimonio delle nostre città, la cui perdita e distruzione deve essere considerata un crimine contro l'umanità;
• rafforzare le relazioni interculturali, la cooperazione e gli scambi tra le nostre città, aumentando la solidarietà tra i loro cittadini, che riconosciamo differenti per lingue e culture, ma uguali in dignità e diritti di libertà, giustizia e pace;
• educare le presenti e future generazioni ad una maggiore conoscenza ed accoglienza della diversità delle espressioni culturali, nonché aumentare presso gli individui di ogni età e condizione sociale e presso la società civile la consapevolezza del ruolo della cultura come reticolo per la costruzione della pace.
Pertanto, ci impegniamo a:
• sensibilizzare e coinvolgere i cittadini delle nostre città nella protezione attiva del patrimonio, anche attraverso l'istituzione di raccolte fondi mirate ad azioni di tutela del patrimonio locale o internazionale, con particolare riguardo al patrimonio dei paesi in via di sviluppo e al patrimonio a rischio, in un'ottica di cooperazione tra le Città e di difesa globale ed integrata del patrimonio;
• supportare, come "Unite for Heritage", le campagne UNESCO riguardanti la difesa del patrimonio; favorire l'istituzione di comitati scientifici in appoggio ai "Caschi Blu della Cultura" - promossi dal Governo Italiano - e sostenere programmi di cooperazione internazionale per la salvaguardia e protezione del patrimonio;
• mettere a disposizione dell'UNESCO, delle sue Commissioni Nazionali e dei Governi e delle Amministrazioni cittadine una rete di specialisti, in particolare nel settore della conservazione e della gestione del patrimonio, al fine di attivare una rete di protezione dei beni culturali e naturali in pericolo per eventi bellici e catastrofi naturali;
• fare un appello a UNESCO per l'istituzione di un Comitato permanente di consultazione dei Sindaci, che promuova un nuovo ruolo delle Città nella tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e della diversità delle espressioni linguistiche e culturali e nella promozione della pace.
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