Con la riforma del settore dei beni culturali, a Firenze, "da quella che oggi è una competenza unificata, 24 musei in gestione diretta e la tutela territoriale
del patrimonio della città di Firenze, si passerà ad una gestione che vede presenti non meno di cinque soggetti: Uffizi, Accademia, Bargello, Polo Regionale, Tutela Territoriale. Non era mia intenzione candidarmi per un quinto delle responsabilità che, adesso ricopro interamente. Si conclude così l'epoca dell'unitarietà della tutela delle gallerie fiorentine, che ha visto protagonisti Giovanni Poggi, Ugo Procacci. Luciano Berti, Antonio Paolucci e, a conclusione di questo ciclo, me stessa".
Lo ha spiegato, circostanziando le ragioni delle sue dimissioni, la sovrintendente ai musei fiorentini Cristina Acidini. "La mia richiesta di uscire dal servizio non significa affatto che non condivida la riforma - ha sottolineato - Quindi diffido dal far circolare interpretazioni improprie di questo mio gesto. Non c'è nessuna polemica e nessuna sfiducia nei confronti della riforma, ma la ragionevole proiezione degli effetti della riforma, la quale, se ci limitiamo al quadro fiorentino, poiché non sono interessata ad acquisire altre opportunità in altre città d'Italia, vede letteralmente scomparire la struttura, da me adesso guidata, del Polo Museale". (ANSA)
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