Visto che il palinsesto televisivo italiano, a reti alternate, è occupato dalle 7 della mattina alle 1 della notte da talk che parlano di politica, gli ospiti da scegliere sono quotidianamente tanti. Divisi per partiti, poi per correnti a rappresentare quello piuttosto che quell'altro personaggio politico, seminano commenti spesso scontati che saranno ripetuti dai colleghi di corrente o partito per tutta la giornata per ogni trasmissione che visiteranno. Insomma se Simona Bonafè, renziana di ferro, alle 8.10 dice ad Agorà che sul disegno della nuova legge elettorale c'è bisogno del consenso di quelle forze che lo hanno sottoscritto, a mezzanotte e venti lo conferma anche la perfetta Maria Elena Boschi, renzianissima. Nel mezzo della giornata c'è spazio per le conferme di Dario Nardella, ex vicesindaco di Firenze e autorevole parlamentare fedele al 'suo' primo cittadino. Colleghi da mandare in tv con assoluta preparazione e con uno studio preciso delle ospitate. Quando i leader fanno audience in televisione mandano i gregari. E a volte sbagliando. Berlusconi perdeva ogni volta 5 punti percentuali dopo aver mandato l'ex ministro Bondi da Santoro o a Ballarò; nel sottopancia del senatore Nicola Latorre a Porta a Porta mancava soltanto che tra parentesi scrivessero dalemiano; Fini poi scelse Bocchino e Granata nei pochi mesi di vita di Fli con risultati che lo avrebbero portato fuori dal Parlamento.
Vanno scelti bene i personaggi da mandare in tv, perchè se Nardella esprime l'autorevole parere del nuovo dem e Maria Elena Boschi, con educazione ed una dose di eleganza fuori dal comune acchiappa voti con determinazione ed un sorriso per tutti, certo non si può dire di Simona Bonafè. Scontrosa con gli avversari politici, difende con maniere berlusconiane Renzi anzichè sostenerlo e per questo è inefficace ad un pubblico che non ne può più di Berlusconi.
Mentre Maria Elena Boschi con grande sicurezza affronta la platea televisiva disinvolta e disponibile al dialogo ma cortesemente ferma sulle sue posizioni, la Bonafè appare invece spesso scontata e sfegatata. Cerca di fare la Renzi al femminile con battutine al vetriolo che non arrivano e non è fin troppo preparata. Nel turn over delle presenze tv, lo staff renziano poteva infatti evitare di mandare la Bonafè contro i grillini sia perchè ne è uscita malamente 'sconfitta' pur volendo rappresentare un nuovo modo di intendere e fare la politica ma soprattutto come si può osservare sulla sua pagina sul sito della Camera, perchè l'attività parlamentare dell'onorevole renziana è piuttosto povera.
Nessuna proposta di legge presentata come prima firmataria, mentre ha apposto il suo nome su cinque proposte di legge, largamente condivise dai membri del gruppo Pd, ha presentato una interrogazione in commissione Istruzione, sui progetti Erasmus e Comenius, una interrogazione a risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori dell'azienda Husqvarna, marchio storico del motociclismo, e una risoluzione per istituire un fondo economico per i Mondiali di Ciclismo che vede il suo iter parlamentare "in corso" anche se le due ruote hanno smesso di correre a Firenze e dintorni nella prima settimana di settembre. E' intervenuta una sola volta in aula, parlando di "tutela, valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo". Interviene brevemente in VII commissione per parlare delle "misure urgenti adottate in materia di istruzione, università e ricerca", ha poi illustrato la risoluzione sui mondiali di ciclismo di cui sopra. L'onorevole Bonafè ha partecipato a 2169 votazioni pari al 77,19% risultando assente a 641 (22,81%).
Poco, troppo poco anche per chi si vanta di essere diverso da chi c'era fino a ieri ed essere parlamentare da meno di un anno. In dodici mesi, specie se animati da uno spirito di rinnovamento e rottamazione, ci aspettavamo qualcosa di più. Se il confronto è con le Gelmini o le De Girolamo la Bonafè può anche convincere, altrimenti..
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