Case popolari, Torselli (FdI-An): “A Firenze, nelle graduatorie gli italiani sono la metà”

“La ‘favoletta’ secondo la quale agli stranieri vengono assegnati solo il 15% degli alloggi è durata anche troppo.

Nonostante fosse ormai sotto gli occhi di tutti l’incremento vertiginoso della presenza di cittadini stranieri nelle case popolari di proprietà comunale, le istituzioni si erano sempre trincerate dietro il dato numerico del 15%, sostenendo che l’85% degli alloggi popolari venissero assegnati ad italiani. Finalmente, questa mattina è emersa la verità: ovvero che nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari, a Firenze, gli italiani sono a malapena il 50%”. Questo è quanto fa sapere il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale a Palazzo Vecchio, Francesco Torselli.

“Il dato del 15% di presenza straniera a fronte dell’85% di presenza italiana, tanto sbandierato dall’amministrazione comunale, - spiega Torselli - è vero solamente se si considera l’intera popolazione residente nelle case popolari di proprietà comunale, ossia se si considerano anche coloro che una casa popolare l’hanno ottenuta 30 o 40 anni fa, quando la presenza di cittadini stranieri in città era pressoché nulla. Ma se andiamo a vedere cosa accade oggi, ovvero da chi sono composte le graduatorie attuali per l’assegnazione di una casa, il dato cambia drasticamente e gli stranieri che ricevono in assegnazione una casa dal comune sono ben il 50%”.

“La nostra non è una battaglia discriminatoria o razzista - conclude Torselli - ma una battaglia di buon senso: gli stranieri in Italia, nonostante il disastroso operato del ministro Alfano, non sono certo il 50% della popolazione, allora perché devono ricevere il 50% delle risorse, in questo caso abitazioni, messe a disposizione dal comune? Se c’è discriminazione in questo ragionamento, la discriminazione è, come un po’ troppo spesso ultimamente sta avvenendo, a danno degli italiani. Speriamo solo che il criterio di residenzialità, che sarà presente nell’ormai prossimo nuovo bando, riequilibri un po’ questa palese ingiustizia”.