Tra pochi giorni i fiorentini “brontoloni” si risveglieranno con i Mondiali di Ciclismo sotto le finestre, c'è chi rimarrà ostaggio delle corse, chi si recherà a lavoro a piedi da viale Europa allo Stadio, chi ha fatto consistenti scorte alimentari perchè “non si può andare neanche alla Coop”. Eppure a Firenze ci sarà un evento sportivo di caratura mondiale di uno sport che nella terra Toscana si affianca alla storia di una cultura e ne attraversa le origini. Qui sono nati Gino Bartali e Gastone Nencini, Franco Ballerini e Alfredo Martini, Mario Cipollini e Paolo Bettini.
Ma il ciclismo ha smesso di raccontare imprese e scalate impossibili. Il doping si è reso protagonista di questo sport in una corsa, più che alla vittoria della tappa, alla ricerca del valore di ematocrito “perfetto”, leggermente al di sotto della soglia di positività.
Non lo dico io, basta collegarsi con il sito della Procura Antidoping e leggere i provvedimenti presi sull’argomento per farsi un’idea di quanto il ciclismo sia incredibile protagonista delle vicende Doping. Non è l'unico sport coinvolto ma senza dubbio ricorre più frequentemente di tutti gli altri nella indagini della procura antidoping.
Nelle 21 pagine messe a disposizione dal Coni si possono consultare, da Gennaio 2012 ad oggi, tutti i casi di positività ai controlli. Una cronistoria semplice per ricostruire gli ultimi due anni di una positività ai controlli, paradossalmente quasi sistematica.
Il 2012 sembra essere un anno nero per il ciclismo. Il direttore sportivo Mariano Piccoli viene squalificato 4 anni dalla Procura Antidoping a seguito di un’indagine della Procura di Padova sulla cessione di farmaci dopanti in gare in cui correvano corridori dilettanti. A febbraio arrivano squalifiche per sei ciclisti: 1 anno a Damiano Caruso, che da dilettante tentò di acquistare sostanze illecite, 2 anni a Danilo Andrenacci, per lui positività all’Epo.
Condanna a 2 anni anche per Andrea Menapace, Andrea Girardini ed Enrico Mantovani mentre ha una motivazione diversa la condanna a 6 anni, poi ridotti a 28 mesi, ai danni di Mattia Gavazzi.
Per due volte venne trovato positivo alla cocaina, quando ancora correva tra gli juniores e nel 2004 alla Resine Ragnoli. Gli fu comminata una squalifica di 14 mesi, con l'impegno di seguire un programma di riabilitazione. Nel 2010, durante la Settimana Ciclistica Lombarda, viene trovato nuovamente positivo alla cocaina.
Ad aprile arriva la dura condanna a 12 anni per Roberto Riccò. Una storia triste che si ritagliò il suo spazio nelle cronache di quei tempi. Professionista dal 2006 si era affermato con il secondo posto al Giro d'Italia 2008. In quello che doveva essere l'anno della sua consacrazione, ma che lo vide invece protagonista di storie di doping. Al successivo Tour venne trovato positivo al Cera, l'epo di ultima generazione. Squalificato due anni torna a correre sotto le luci, tristi, delle cronache per un blocco renale che gli ha fatto rischiare la morte. La corsa al Pronto Soccorso e la confessione di essersi sottoposto ad una autoemotrasfusione a casa. Lui negò sempre ma poi è arrivata la squalifica di cui sopra.
Eritropoietina ricombinante, Testosterone di origine non endogena, per il ciclista Alberto Antonio Riboni (squalificato a 4 anni), Ciro Amoruso (2 anni) e Pasquale Arabi (chiesti 2 anni anche per lui). 2 anni anche per la ciclista Laura Coltella e per il collega Andrea Beconcini, 2 mesi per Valentino Carriero mentre viene trovato positivo alla Gonadotoprina cerionica Cristian Rossi e squalificato 2 anni (poi ridotti a soli 15 mesi per la collaborazione nell’inchiesta). Filippo Pozzato verrà squalificato 3 mesi, 60 giorni per Alessio Marchetti positivo al Cavrenone mentre è arrivata la stangata per i fratelli Giancarlo e Sebastian Gilmozzi condannati a 4 anni, 2 invece quelli inflitti a Roberto Messina. 4-Metil-2-Esanamina per Luca Ceci e Loris Paoli, rispettivamente condannati a 8 e 4 mesi di squalifica mentre per il tesserato Uisp Valerio Magnani c’è il Betametasone.
"Devi assumere più spesso il Testis perché ti dà una spinta a livello anabolico; non a giorni alterni". "La pseudoefedrina la devi assumere in compresse da 60 mg a fine corsa, così non viene rilevata da eventuale antidoping". "Sei in grado di fare delle flebo? Bene allora fatti del sodio bicarbonato assieme al fluimucil per via endovenosa". "Pronto, dottore? Quest'anno non possiamo fare il ritiro in altura con i ragazzi, possiamo sostituirlo con delle iniezioni?". Risposta:" Ma certo che si può, basta prendere quel prodotto che sai, quello che serve per l'infertilità delle donne, in fiale da 10cc. Lo puoi fare per via endovena ai ragazzi oppure anche sottocute. Il posto migliore? Sulla spalla dell'atleta, la mattina". Questi i testi delle intercettazioni della Procura di Padova che hanno portato all’inibizione a vita (e all’indagine) del dottor Filippo Mannelli coinvolto nell’inquietante inchiesta sull’uso di doping tra minori condotta dalla procura veneta.
4 anni anche alla ciclista Elena Giacomuzzi, positiva al Metilprednisolone ed Eritropoietina ricombinante e “pentita delle due ruote” che ha visto ridursi a soli 12 mesi la squalifica per la sua collaborazione.
Positività al Furosemide per Claudio Benedictis, metabolito di stanozololo per Angelo Gargaro, Nesp per Alessio Casina (chiesti 2 anni) e guai anche per Danilo Di Luca positivo all’Epo e per Fabio Quattrocchi (chiesti 2 anni) che aveva abusato di Testosterone, Metabolite Oxandrolone e epimetendiolo. Non passa indenne dal doping l’atleta paralimpico Fabrizio Macchi, 1 mese per positività al fenoterolo, e neanche la ciclista Chiara Selva squalificata un mese per non aver denunciato l’utilizzo di un farmaco: il Bricanyl.
57 anni e 20 mesi di squalifiche accumulate da Gennaio 2012 ad oggi, 31 ciclisti coinvolti, con una spaventosa media di oltre uno al mese sanzionato dalla Procura Antidoping. Un dato che oltre a dover far riflettere deve emergere in "positivo" con una forte sensibilizzazione sull'argomento.
Dire con umiltà e sincerità che purtroppo oltre trenta ciclisti italiani negli ultimi 21 mesi sono stati squalificati o sono risultati positivi ai controlli anti doping. Che non è possibile che alle gare dei ragazzini ci siano medici a fornire doping. Che bisogna vergognarsi per il giro di soldi e di droga sportiva che c'è dietro questo sport. Sono numeri gravi e non tendono a diminuire.
Da Firenze e dalla Toscana passerà un Mondiale che richiamerà decina di migliaia di spettatori, troupe televisive da tutto il mondo. Una manna dal cielo per l'economia e il turismo del territorio. Arriveranno milioni di euro nelle tasche del commercio e la partecipazione delle persone sarà altissima per il bene del Ciclismo. Saranno gare appassionate e combattute, con la fatica e lo sforzo sul volto degli atleti alle prese con le salite di Fiesole.
Pensiamo "positivo".
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