“Sono allibito non solo dall'assurdità della richiesta di cancellare dai festeggiamenti e dai canti di Natale ogni riferimento alla nascita di Gesù, ma ancor di più dal fatto che questa richiesta pare abbia trovato un seguito tra gli insegnanti della scuola”. Questo quanto dichiarato dal consigliere del NCD Emanuele Roselli dopo che si è diffusa la notizia che nella scuola elementare Ambrosoli di Ugnano, alla periferia di Firenze, gli insegnanti, su richiesta di un genitore di un alunno, abbiano amputato i testi di alcuni canti preparati per il recital di Natale togliendo riferimenti che rimandano alla cultura cattolica ed in particolare alla nascita di Gesù.
“Stiamo confondendo la laicità con il laicismo e l'ignoranza con la cultura e la scuola. Il Natale è la memoria di un fatto storico e non solo un avvenimento di fede per molti credenti. Non possiamo permettere che le nostre scuole diventino luogo di diseducazione in un clima di relativismo culturale che sta uccidendo il nostro paese. Mi auguro che il sindaco Renzi prenda una posizione chiara a riguardo e che scelga di scegliere la scuola Ambrosoli come prossima meta delle sue visite negli istituti fiorentini.
Presenterò una interrogazione urgente all'assessore Giachi – conclude Roselli - per conoscere il dettaglio dei fatti”.
Ancora più netta la presa di posizione di Toccafondi (NCD), sottosegretario all'Istruzione.
“Amputare in una scuola elementare i canti natalizi di ogni riferimento a Betlemme e Gesù bambino è un atto di laicismo esasperato, che si nasconde dietro la presenza di alunni stranieri o di altre religioni, ma che nulla ha a che vedere con una sana laicità”.
“Come stabilito anche dalla sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo del 2011 - ha ricordato Toccafondi - neppure il crocifisso esposto nelle aule scolastiche viola il principio della laicità degli istituti educativi. E vorrei anche ricordare che il presidente della comunità islamica di Firenze Izzedin Elzir da anni ribadisce che i musulmani non hanno niente contro il presepe e che, anzi, trova giusto che i bambini di qualsiasi appartenenza culturale o religiosa, conoscano usanze e tradizioni del paese in cui vivono”.
“Quella presa nella scuola elementare di Firenze - ha concluso il Sottosegretario - appare pertanto una posizione irragionevole che spero sia dettata solo da un malinteso senso di laicità. Mi auguro che il corpo insegnante possa riconsiderare la sua decisione, perché un vero dialogo con chi appartiene a tradizioni culturali diverse si può impostare solo valorizzando e facendo conoscere le radici più profonde della nostra identità”.