''Nessuno di noi sapeva né poteva neppur sospettare che lei potesse fare un altro 'tipo di lavoro'; diversamente, pur senza dare alcun giudizio morale, l'uso dell'appartamento le sarebbe stato negato''. Lo scrive in una lettera, diffusa questo pomeriggio, l'ex assessore del Comune di Firenze, Massimo Mattei, dimessosi dalla giunta di Matteo Renzi qualche giorno fa per motivi di salute chiarendo i suoi rapporti con una romena di 42 anni coinvolta nell'inchiesta 'a luci rosse' su un giro di escort.
Di seguito la lettera integrale diffusa nel pomeriggio da Massimo Mattei:
"Credo che sia arrivato il momento di far chiarezza perché per chi ha fatto o fa politica la trasparenza è sempre necessaria. È bene chiarire che la ragazza che sembra essere al centro delle inchieste la conoscevo bene. Era una mia amica da circa dieci anni, è stata dipendente della Cooperativa e di altre mie aziende in varie riprese e per vari periodi. Ha lavorato con profitto e responsabilità così come le centinaia di ragazze e ragazzi che, in tredici anni, hanno fatto crescere aziende che non sono mai state sfiorate da scandali di alcun tipo. Nessuno di noi sapeva, né poteva neppur sospettare, che lei potesse fare un altro «tipo di lavoro», diversamente, pur senza dar alcun giudizio morale, l’uso dell'appartamento le sarebbe stato negato.
Vero è che, verso la fine del 2011, le è stata messa a disposizione un’abitazione, temporaneamente vuota, che, come altre, le aziende, in passato, utilizzavano per dare temporaneamente alloggio, ciclicamente, a decine dei propri dipendenti. Tengo a precisare che le aziende operano solo ed esclusivamente nel settore privato e non hanno nessun appalto pubblico: questo è bene ribadirlo in un momento nel quale la politica è associata al sospetto. Dal 2009, dal momento che sono diventato Assessore, ho lasciato, pur non sussistendo alcun tipo di incompatibilità, ogni incarico operativo, mantenendo soltanto la carica – sostanzialmente onorifica e non operativa – di Presidente. Con la suddetta ragazza risulteranno certamente contatti telefonici, eravamo amici, tutto qua. Di detta amicizia erano a conoscenza tutti, collaboratori, amici e familiari cui, in varie occasioni, era stata presentata.
Per quanto riguarda invece la vicenda dell’ex mio collaboratore, fino a prova contraria, credo alla sua parola, e riconfermo che è stato un valido aiuto, un amico presente, e sono convinto che tanta parte dell’Amministrazione Comunale possa confermare l’idea positiva, che io mi ero fatto, sul suo operato e sulle sue qualità. Voglio precisare che da mesi non stavo bene, le tante persone a me vicine – e le tante che ancora lo sono – possono confermare quanto sia stato difficile e gravoso portare avanti il mio lavoro negli ultimi tempi. Certamente le voci e qualche cattiveria sussurrata non mi hanno aiutato a stare meglio. Ho preso infine una decisione sofferta, che certo non fa parte della tradizione italiana: quella di fare un passo indietro. L’ho fatto per me, per la mia famiglia e perché credo che dopo quattro anni sui quali nessuno potrà dire che mi sono risparmiato nell’impegno verso la mia città, verso il mio Sindaco ed il mio partito, sia davvero arrivato il momento di «staccare» e di pensare, finalmente, soltanto a curarmi. Vivo giorni difficili. Fisicamente e moralmente. Credo però che nella sincerità di un rapporto come quello che ho sempre avuto con Firenze, pur con forze molto più limitate di prima, vorrò affrontare in prima persona questa vicenda che, per i toni che ha assunto, ancor più mi amareggia".
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