I giochi di carte rappresentano una delle tradizioni più radicate nel nostro Paese, da nord a sud. In diverse varianti e con continue novità, le carte si sono imposte come uno dei passatempi più amati sia negli ambienti nobiliari che tra i ceti popolari e ancora oggi dimostrano la loro eterna giovinezza, tanto da essere tuttora quotidianamente utilizzate sia in formato fisico che digitale. Ripercorriamo insieme la loro storia.
Quali sono le origini dei giochi di carte
Le vere origini dei giochi di carte sono avvolte dal mistero, ma pare certo che la loro nascita possa essere fatta risalire all'antichità e, in particolare, al Ganjifa, un passatempo nato proprio con l'invenzione della carta e diffusosi in India, in Cina e nell'antica Persia intorno al X secolo.
Il Ganjifa, il cui nome secondo gli studiosi deriverebbe dal verbo "ganjifeh", ossia "giocare a carte", veniva praticato con carte dipinte a mano su entrambi i lati e raffiguranti particolari miniature e personaggi, delle vere e proprie opere d'arte che ancora oggi vengono ricercate come souvenir e oggetti da collezione.
Sin da subito, le carte divennero nei Paesi orientali uno dei principali modi per divertirsi, accanto ad altri giochi tradizionali come scacchi e dadi, ma la loro importanza andò presto ben oltre il semplice intrattenimento, tanto che le stesse finirono per essere utilizzate come sistemi di pagamento e viste come prezioso oggetto di scambio, anche in occasione di scommesse.
Per ritrovare le carte in Europa, occorre però fare un salto in avanti fino al XV secolo, quando gli scambi commerciali con il Medio Oriente portarono nel Vecchio Continente questo nuovo modo per passare il tempo.
Da cosa derivano semi e figure
Le carte che ancora oggi utilizziamo, sebbene disponibili in tante varianti a seconda dell'area geografica di riferimento, sono caratterizzate dalle presenza di particolari figure e simboli, che all'interno dei vari giochi prendono valori e significati differenti.
L'origine di tali segni può essere fatta risalire ai Mamelucchi, i soldati impiegati dai califfi abbasidi nei territori Medio Orientali, che durante le fasi di riposo nel mezzo delle spedizioni si intrattenevano proprio con dei giochi basati sull'utilizzo di carte. Le carte mamelucche, proprio come le famose carte francesi, erano 52 per ogni mazzo e suddivise in 4 semi da 13 carte ciascuno.
Interessante, però, è anche il parallelismo tra i semi delle carte mamelucche e quelli di molte tipologie di carte italiane e non solo: Jawkân, Darâhim, Suyûf e Tûmân non sono altro, infatti, che bastoni, denari, spade e coppe. Con le dovute evoluzioni registrate nel corso dei secoli e nei vari ambiti in cui si sono sviluppati i giochi, pare dunque evidente lo stretto legame che unisce le diverse esperienze da Oriente a Occidente.
Semi latini e semi francesi
Abbiamo osservato come tra carte mamelucche e carte europee vi siano dei legami piuttosto evidenti, tuttavia nel corso dei secoli si sono distinte due famiglie di semi: quelli latini e quelli francesi. I semi latini, utilizzati per esempio in Italia e in Spagna, fanno diretto riferimento ai corrispettivi mediorientali, sebbene le raffigurazioni possano talvolta differire per qualche dettaglio o per la presenza di motti e personaggi.
Nelle carte francesi, oggi ampiamente utilizzate per giochi come la Scala 40, il Burraco, il Poker o il Blackjack, si basano sempre su 4 semi, ossia cuori, fiori, quadri e picche, la cui origine sarebbe comunque rintracciabile nei semi latini. I quattro simboli francesi deriverebbero infatti da una semplice modifica rispettivamente di coppe, bastoni, denari e spade.
Non meno interessante è, però, la simbologia che arricchisce un'altra tipologia di carte, ossia i Tarocchi, particolarmente diffusi nell'Italia del nord a partire dalla metà del XV secolo. Oggi i tarocchi vengono collegati per lo più alla cartomanzia e alla cabala, ma in realtà la loro origine ha soprattutto scopo di intrattenimento: tra Bologna e Firenze, per esempio, ebbe ampia diffusione il Tarocchino Bolognese, un gioco che sfruttava 62 carte (dal mazzo di tarocchi venivano eliminate le quattro carte numerali dal 2 al 5 di ciascun seme e, proprio da questa riduzione, deriva il nome del gioco), che oggi l'omonima accademia sta cercando di valorizzare come patrimonio di un territorio dalle numerose tradizioni.
I giochi più famosi e praticati in Italia
L'Italia, si sa, è un Paese in cui il divertimento trova sempre ampio spazio. Sin dalle età greca e romana, d'altronde, proprio il gioco e lo sport hanno rivestito un ruolo fondamentale all'interno della società, tramandando di generazione in generazione abitudini e passatempi sempre più radicati.
Spostandosi da una regione all'altra dello stivale è facile osservare varianti sui singoli giochi e tradizioni differenti, ma in linea di massima è possibile individuare alcuni svaghi particolarmente diffusi e amati, da praticare sia con le carte di origine italiana che con quelle francesi.
I solitari, per esempio, rappresentano uno dei passatempi più amati in assoluto, sia perché ideali per tenere attiva la mente che per la loro praticità, non essendo legati alla presenza di altri giocatori. Basti pensare che tra i primi giochi per PC, agli esordi del noto sistema operativo Windows, proprio solitari come Free Cell e Klondike sono diventati un'icona del divertimento in digitale. Diffusi già nel XV e nel XVI secolo, i solitari si sono affermati in numerose varianti in tutta Europa, appassionando anche personaggi di spicco come Napoleone Bonaparte, che dal canto suo inventò un solitario tutto suo denominato Piramide.
Quando si parla di Italia, e soprattutto di Napoli, è impossibile non citare poi la Scopa, uno dei giochi di carte più antichi del nostro Paese. Diffuso probabilmente già nel '400, il gioco della Scopa veniva praticato soprattutto dai pescatori nei porti, che si sfidavano scommettendo i guadagni della giornata. Nel corso del tempo, il suo successo è diventato incredibilmente ampio, tanto da raggiungere indistintamente persone appartenenti alle diverse classi sociali.
Guardando invece ai giochi praticati con le carte francesi, certamente il nostro Paese mostra un legame particolare con Scala 40 e Burraco, il primo probabilmente importato dall'Ungheria nel primo dopoguerra e il secondo di origini sudamericane. Sempre rimanendo nell'ambito dei semi francesi, di grande successo sono i diversi giochi da casino, dal poker al blackjack, passando per il baccarat, ancora oggi considerati tra i passatempi più importanti di questo genere.
Dalle carte fisiche al gioco digitale: cosa è cambiato?
Come abbiamo visto in questo articolo, le origini dei giochi di carte sono davvero antiche e trovano fondamento nella nascita stesso di questo materiale. Nel corso dei secoli, tuttavia, la produzione di mazzi di carte si è evoluta sempre di più, fino a giungere a varianti via via più particolari e a prodotti legati alla cultura pop, come nel caso di fumetti e cartoni animati, o a scopi promozionali.
La vera rivoluzione, tuttavia, è quella legata al web. Le evoluzioni tecnologiche hanno contribuito infatti negli ultimi anni a mantenere vivo l'interesse di giovani e meno giovani verso il mondo dei giochi di carte, fornendo nuove opportunità per la fruizione degli stessi. Se prima, fatta eccezione per i cosiddetti "solitari", giocare a carte richiedeva la presenza di più persone allo stesso tavolo, oggi infatti il web e i dispositivi mobili offrono la possibilità di sfidare altri utenti anche a distanza, creando così luoghi virtuali dedicati allo svago e al divertimento. Basta fare un giro sui principali app store per trovare giochi di carte di ogni genere, dai grandi classici italiani come la scopa e la briscola, passando per opzioni più legate alle sale casino, come nel caso di 888 poker o delle app die blackjack, oggi davvero alla portata di tutti.
Scaricando le app per smartphone e tablet legate a singoli giochi o a piattaforme di settore è oggi possibile accedere a tantissime opzioni e portare sempre con sé i passatempi più amati senza necessità del tradizionale formato cartaceo. I più accaniti tradizionalisti continuano a non guardare di buon occhio a questa trasformazione, ma il mercato sembra aver già risposto in maniera netta, dando invece sempre più spazio al gioco smart e digitalizzato.
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