“Insieme ai Beatles e ai Rolling Stones, gli Who formano la trinità del rock”. Parola di «RollingStone», e come dargli torto? In oltre quarant’anni di attività la band britannica capitanata dal chitarrista e songwriter Pete Townshend ha coniato l’espressione power pop, cavalcato la sottocultura mod, definito il genere della rock opera con TOMMY e QUADROPHENIA, regalato al pubblico concerti incendiari. Le canzoni di Townshend sono riuscite a dare voce, come forse nessun’altra, all’impeto, alla rabbia e alla disperazione dei giovani, con inni leggendari come “My Generation” e “Won’t Get Fooled Again”, ma nel tempo hanno affrontato anche temi come la ricerca spirituale, la riflessione sull’invecchiamento e sul ruolo della musica. In “THE WHO - Pure and Easy. Testi commentati” (Ed. Arcana - Collana TXT - 540 pp. - 22 euro) Eleonora Bagarotti ripercorre la storia affascinante e folle della band, tra liti, progetti mancati, reunion e lutti: dalla formazione a Shepherd’s Bush alla metà degli anni Sessanta alla tragica scomparsa del geniale e sregolato batterista Keith Moon nel 1978 e del fenomeno del basso John Entwistle nel 2002, da “I Can’t Explain” a ENDLESS WIRE, l’album pubblicato dal chitarrista insieme al vocalist Roger Daltrey nel 2006 dopo ventiquattro anni di silenzio discografico. Pungolato dall’autrice, lo stesso Townshend si è prestato al gioco del commento ai suoi stessi testi con dichiarazioni inedite ed esclusive. Portavoce suo malgrado di una e più generazioni, colui che molti anni fa dichiarò “spero di morire prima di invecchiare” è ancora un punto di riferimento per tanti artisti più giovani. Perché, come afferma Ernesto Assante nella sua prefazione, “vi piaccia o no, gli Who sono il rock. Il segreto, il mistero, il fascino, la forza, la potenza, la passione, il sentimento, l’originalità, l’energia, il sentimento del rock sono tutti racchiusi nella musica degli Who, in ogni brano degli Who, in ogni parola degli Who, in ogni nota degli Who”.
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