Una grave carenza di organico effetto delle nuove norme che hanno indotto decine di magistrati a fare domanda di pensionamento a fronte dell'incerta sorte della loro liquidazione. Il presidente della Corte di Appello di Firenze ha lanciato un segnale d'allarme sull'allungamento dei tempi della giustizia e sull'aumento esponenziale delle prescrizioni nel corso del suo intervento all'inaugurazione dell'anno giudiziario all'aula bunker di Santa Verdiana.
Dati alla mano, nel distretto della Corte di Appello di Firenze mancano in organico 82 giudici. Nel dettaglio, il 18,3 % dei magistrati previsti dalle piante organiche, 48 giudici presso i tribunali e 17 nelle procure. E secondo Drago, nel secondo semestre del 2010 la situazione è addirittura peggiorata per effetto dei pensionamenti. Esempio emblematico, proprio la Corte di Appello di Firenze, che ha perso 18 magistrati, 5 dei quali presidenti di sezione.
"Sul piano funzionale - ha spiegato Drago - significa che centinaia di processi d'appello, anche per reati gravissimi, non potranno essere celebrati nei tempi programmati con prevedibili declaratorie di prescrizione". Una denuncia grave, quella del presidente dellla Corte di Appello, che parla di "palese attentato alla giurisdizione" con riferimento alla nuova normativa che ha motivato molte toghe a chiedere il pensionamento.
Altro fenomeno allarmante messo in evidenza da Drago, quello degli infortuni e delle morti sul lavoro: "Durante il 2010 - ha reso noto - sono avvenuti in Toscana 66.624 incidenti sul lavoro, dei quali 53 sono stati mortali" Si tratta secondo l'alto magistrato, "di una vera e propria guerra non dichiarata, che vede morire o divenire invalidi a causa del lavoro uomini e donne colpevoli solo di esercitare quello che la Costituzione considera un diritto e un dovere".
Sul fronte dei reati commessi e della criminalità organizzata è intervenuto il procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi. A destare preoccupazione è "l'ingresso massiccio di gruppi albanesi e rumeni nello spaccio della droga, nell'immigrazione clandestina nonché nel mercato della prostituzione".
Ma grave preoccupazione destano anche le nuove mafie: quella russa, attiva in particolare in Versilia sul fronte degli investimenti immobiliari, e cinese su tutte. "La comunità cinese - ha osservato Quattrocchi - occupa una posizione di rilievo per le elevate capacità di inserimento nel contesto economico ed imprenditoriale, che arieggiano strutture aventi tutte le caratteristiche dell'associazione di tipo mafioso". Alla Dda risulta anche "un vero e proprio racket per la protezione di esercizi economici impiantati da cinesi come ristoranti e locali notturni", oltre "allo sfruttamento lavorativo di connazionali clandestini" e allo "sfruttamento della prostituzione di donne cinesi con clientela anche al di fuori della comunità".
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