Dall’anno della sua morte il Teatro della Pergola, al quale ha affidato il suo patrimonio documentale e librario, per iniziativa del direttore della Fondazione Marco Giorgetti e di Maricla Boggio, ha continuato a mantenere viva la memoria di Orazio Costa con momenti celebrativi, presentazioni di libri e video e con laboratori di Metodo Mimico rivolti a giovani, appassionati e attori in perfezionamento.
Nel Saloncino del Teatro della Pergola, stasera, mercoledì 14 novembre alle 18.00, il momento del ricordo si unisce alla presentazione del nuovo numero della rivista Ridotto interamente dedicata al lavoro di Orazio Costa, ancora una volta proprio nel teatro dove mise in scena alcuni fra i suoi spettacoli più significativi, dove ha vissuto negli ultimi decenni, dove ha tenuto per quindici anni le lezioni del MIM, il Centro di Avviamento all’Espressione aperto ai cittadini di ogni età e cultura offrendo loro, con l’appoggio del Comune di Firenze, l’esperienza creativa del metodo mimico.
Maricla Boggio, storica allieva di Costa, docente di drammaturgia e di Espressività Teatrale, critico teatrale e direttore della rivista Ridotto, ha raccolto e ricomposto una nuova monografia sul Maestro attraverso le testimonianze e i contributi originali degli allievi più cari, dei collaboratori storici e dei prestigiosi protagonisti della storia del teatro italiano. Una galleria ricchissima di una trentina di voci che vanno da Giovanni Testori, Paolo Grassi, Mario Luzi, Luca Ronconi, Andrea Camilleri, Luigi Squarzina, Nino Manfredi, fino ai più giovani allievi protagonisti oggi di una stagione di successi teatrali e cinematografici come Luigi Lo Cascio e Fabrizio Gifuni.
Maestro assoluto di attori e registi per più di mezzo secolo, Orazio Costa Giovangigli - come aveva voluto chiamarsi negli ultimi decenni aggiungendo al suo cognome quello della madre - ha messo in scena, oltre alle tragedie più significative della drammaturgia classica greca, italiana e francese, quei testi che dalla seconda metà il Novecento ha espresso nel nostro Paese mettendo a fuoco un teatro problematico che si andava affrancando dalle tematiche piccolo-borghesi. A un pubblico non ancora abituato a confrontarsi con argomenti di impegno morale e civile Costa ha portato autori come Diego Fabbri, Ugo Betti, Massimo Bontempelli, Mario Pomilio, Gennaro Pistilli, Turi Vasile, Mario Luzi, oltre a proporre in chiave innovativa alcuni fra i testi più stimolanti di D’Annunzio, Pirandello, Alfieri, Goldoni, e ad anticipare una riscoperta di Dante attraverso letture e spettacoli televisivi, sollecitando quel fervore di conoscenza che decenni dopo si verificò nei confronti della Divina Commedia. Il lavoro specifico di Orazio Costa sui testi rappresentato dalla ricerca del valore determinante della parola nel contesto dello spettacolo. Il suo impegno di maestro e formatore di attori e di registi si intreccia al testo drammaturgico. Ed è la sua tenace capacità di portare un uomo alla sua interezza e dignità morale prima che a farne un attore, a permanere come indicazione di forte segno espressivo, al di là delle mode e dei cambiamenti epocali.
Quel suo metodo definito “mimico”, che mette in evidenza la disponibilità di ogni essere umano a immedesimarsi in ogni elemento naturale, fino ai concetti e alla parola poetica, è la chiave dell’interpretazione teatrale, ma anche la fonte di una creatività che appartiene a ogni creatura umana, mettendo in luce, di ognuno, la capacità di rappresentare e di rappresentarsi, anche nella vita quotidiana.
Attraverso un’intuizione, Orazio Costa ha anticipato studi scientifici che stanno mettendo in evidenza la capacità mimetica dei neuroni-specchio, e individuato in tutta la natura vivente questa forma immedesimativa che la muove e che ha nel teatro la sua espressione più alta e significativa.
Dallo scorso anno con la nascita della nuova Fondazione Teatro della Pergola è rinato anche a pieno titolo il Centro di Avviamento all’Espressione, che si propone come settore di attività formativa e di studio della Fondazione stessa, in continuità con le finalità di quello creato da Costa alla fine degli anni Settanta per la divulgazione e il perfezionamento costante del Metodo e per lo sviluppo di una ricerca che, per la natura stessa del teatro e dell’uomo, è inesauribile.
In questa stagione i laboratori sono in particolare rivolti oltre che ad attori che vogliono specializzarsi e arricchire il loro bagaglio tecnico, anche agli studenti di due istituti scolastici fiorentini, il Liceo Classico Dante e l’Istituto d’Arte, e prevedono momenti di apertura al pubblico che consentiranno a tutti gli appassionati di conoscere concretamente la portata della grande scoperta di Costa e la sua capacità di rinnovare ‘l’inesauribile incontro dell’uomo con la realtà’.
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