Firenze non ci sta e passa al contrattacco contro il gambling. Il capoluogo toscano è una delle grandi città meno colpite dal fenomeno della ludopatia, ma vuole comunque evitare il rischio di contagio da metropoli come Roma, Milano e Napoli. La giunta comunale lavora per trovare una soluzione alla febbre dell’azzardo senza intaccare l’economia, consapevole che l’assenza di una legislazione forte emanata dallo Stato può solo allontanare il problema, non certo eliminarlo.
Pur con queste premesse, il risultato a cui aspira Firenze è ambizioso. Il Consiglio comunale ha approvato una mozione per verificare i metodi di installazione e applicazione al gioco d’azzardo. Dal punto di vista pratico può sembrare poco o nulla, è vero. Ma mandare il sindaco a occuparsi in prima persona di una questione significa per lo meno che non la si è presa sottogamba. Le prossime proposte lo confermeranno, se troveranno applicazione. L’idea infatti è proporre un premio in denaro o tramite agevolazioni fiscali per ogni esercente che rinuncia al gioco d’azzardo all’interno della propria attività. Magari riconvertendo i luoghi adibiti alle scommesse in qualcosa di più utile alla società. Forse proprio un centro di recupero per i giocatori patologici, perché no?
Convincere gli esercenti è però solo una delle strade percorribili. L’altra è inasprire le pene con chi non è in regola o non dichiara tutti gli incassi. La tassazione sulle slot machine è alta anche per gli esercenti, e in alcuni casi la tentazione di non registrare tutti i guadagni o falsificare la percentuale di ritorno è forte. Sempre con un provvedimento comunale si sta pensando di applicare anche a Firenze il famoso distanziometro, che può allontanare i centri di scommesse di almeno mezzo chilometro dai luoghi sensibili. In questo modo si spera di lenire una forte tentazione, semplicemente togliendola dalla vista di chi potrebbe avere poca forza di volontà. Una soluzione che mostra qualche falla, soprattutto per il successo riscosso dall’online nell’ultimo periodo. Portare i mini-casinò lontano dai clienti può servire a poco, se poi gli stessi hanno roulette e slot machine a portata di mano su Smartphone e Tablet.
Più che il pugno duro però si può puntare sull’educazione dei giocatori. Per questo Firenze sta pensando a un piano per diminuire in modo drastico le pubblicità e parlare dei rischi dell’azzardo nelle scuole. Ad oggi, secondo un’indagine compiuta da Nomisma pubblicata su Gaming Report, gli studenti giocatori toccano il 50%, anche in età in cui normalmente non potrebbero scommettere perché minorenni. Certo solo un paio di anni fa la percentuale toccava il 54%, ma non è un abbassamento così minimo che può dare tranquillità. Può aiutare a sorridere i genitori un’altra statistica, che vede il 70% degli adolescenti spendere meno di tre euro a settimana per il gambling. Anche se pensandoci più che un successo si dovrebbe trattare della normalità, non potendo neppure scommettere per legge. Interessante constatare nelle nuove generazioni la quasi totale perdita di interesse per alcuni giochi tradizionali, tra cui Lotto, Bingo e Ippica.
Molto più gettonato invece il Gratta & Vinci, l’esempio di scommessa lampo: paghi, sfreghi, conosci il risultato. Richiede più attesa e più conoscenza del gioco l’ambito delle puntate sportive, che però rimane affascinante per i giovani. La schedina rischia di diventare un’abitudine anche per gli attuali teenager, fin dalla tenera età. Che Firenze lo voglia o no.
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