“Tanti candidati delle mie due liste civiche stanno subendo pressioni” tese a farli ritirare dalla corsa elettorale. Parole e musica di Ubaldo Bocci, candidato sindaco del centrodestra a Firenze, che ha esternato il suo pensiero questa mattina, all'arrivo alla mostra dell'artigianato in corso alla Fortezza da Basso e riprese dall'agenzia di stampa Dire. “In questa città giustamente medaglia d'oro alla Resistenza, che ha fatto l'impossibile per liberarsi dal nazifascismo, oggi, nel 2019, tantissimi miei candidati hanno delle pressioni inverosimili. E non è più soltanto il 'chi te lo fa fare', ma 'ti conviene presentarti in una lista civica del centrodestra'? Magari se vieni con noi è meglio. Perché, poi, ci sono tanti modi per dire ti conviene”. Bocci è un fiume in piena e parla di pressioni fatte “in maniera anche subdola”. E poi attacca: “Trovo questa situazione ingiusta e antidemocratica”. Pressioni, continua, fatte “a volte con modalità poco furbe, a volte mandando messaggini o prendono a braccetto qualcuno”. Per Bocci “non sono cose belle” e, precisa subito dopo, “qui il 25 aprile non c'entra niente. E tuttavia io speravo ed ero convinto che questa fosse una città libera, dove poter fare liberamente scelte anche politiche. Invece mi sto rendendo conto che purtroppo non è così”. Ma chi fa pressioni? “Persone che non aderiscono alla coalizione di centrodestra”, risponde ai giornalisti una prima volta. “A Firenze c'è una cappa: se non sei iscritto a quel club si fa fatica a partecipare a tutte le attività che quel club mette a disposizione”. Qual è quel club, insistono i giornalisti. “Ah non so, io non mi sono mai iscritto. È un club che non conosco”. Firenze, conclude, “è una città dove c'è un sistema che ha tutto l'interesse ad auto-rigenerarsi e se c'è un grido fuori dal coro, che punta a cambiare dopo 60 anni, il sistema si auto-difende dalla spallata”. Fin qui le dichiarazioni di Bocci. Spontanee vengono alcune brevi considerazioni. Ci sta che esista questo club, siamo la nazione delle stragi di stato, dell'accordo con la mafia, degli omicidi di Mino Pecorelli o del generale Dalla Chiesa, solo per citarne un paio. Però se Bocci sa è doveroso parli, faccia i nomi (lo chiede anche il sindaco Nardella). Chi ha fatto pressioni sui candidati? Il Partito Democratico, la massoneria deviata, la P6 o magari 7, la Curia, Belzebù o l'Uomo Nero (anzi, Rosso)? Ora tutta la città si aspetta che vengano sporte denunce, che la magistratura indaghi. In caso contrario sarà impossibile credere a questo sfogo. Che verrà bollato solo come un patetico tentativo di prendere un bel titolo di giornale e mettere le mani avanti in caso di sconfitta. E Bocci rischierà di perdere credibilità di fronte ai propri elettori. Perché, come diceva Mina nel 1972, “Parole, parole, parole, parole parole soltanto parole, parole tra noi”.
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