“Il Comune ammette la propria impotenza di fronte agli evasori fiscali e favorisce così i furbetti. Incassa in un anno e mezzo poco più di 65mila euro dai controlli, nulla in confronto a quanto si è lasciato sfuggire ogni giorno da sotto gli occhi. Potrebbe infatti recuperare 60 milioni di euro – denuncia il consigliere di Firenze Riparte a Sinistra Grassi - ma da quando è nato un ufficio, dopo la scelta di non rivolgersi più ad Equitalia, per la riscossione coattiva, composto da un dirigente e un funzionario, oltre al personale tecnico che attua gli indirizzi politici e amministrativi della macchina comunale, ha portato solo risultati assai scadenti”. E incalza: “Dall'aprile 2016 non ha effettuato neppure un pignoramento immobiliare presso terzi e solo 70 fermi amministrativi dei veicoli. Una media di meno di 5 mezzi al mese. Vogliamo vederci chiaro ed è necessario che autorità diverse da quelle politiche possano appurare che non vi sia stato a causa della incapacità gestionale e del sistema fallimentare anche un solo euro perso per le casse del Comune. Per appurarlo presenteremo una nostra relazione con la richiesta di indagare in merito a Corte dei Conti e Procura della Repubblica”.
“Per mesi Nardella ci ha propinato dati e numeri sulle cifre recuperate dalla riscossione coattiva che non corrispondono alla realtà – aggiunge Grassi – perché quei dati derivavano dai pagamenti successivi ai soli solleciti di pagamento che correttamente il Comune ha deciso di inviare prima dell'avvio delle procedure di ingiunzione, alle quali quasi mai, salvo i 70 fermi amministrativi di mezzi a motore non hanno mai seguito atti esecutivi finalizzati al recupero dei crediti vantati dal Comune. Difficile poter essere incisivi se non si sono mai reclutati i cosiddetti agenti della riscossione che sono gli unici titolati ad effettuare e applicare le misure esecutive. Troppo facile pensare che il recupero crediti e la riscossione coattiva si concretizzi soltanto nell'invio del sollecito, in molti casi chi paga dopo il solo sollecito è chi non ha pagato in tempo o chi si era scordato di effettuarlo”.
Il capogruppo dell’opposizione di sinistra in Palazzo Vecchio attacca: “Vogliamo poter valutare la efficacia dell'ufficio e delle politiche del Comune sull'attività vera di contrasto a chi non paga le tasse, le sanzioni e i canoni comunali che ad oggi ammontano ad oltre 60 milioni di euro accumulati in meno di 3 anni. Non si parla in questo caso di chi evade e che si sottrae dalla quantificazione ma bensì di bollettini e importi che il Comune sa bene chi e quanto dovrebbe pagare. Sono tanti i soldi in ballo e soprattutto darebbero ossigeno alle casse del Comune e rappresenterebbero tanti fondi da usare per servizi alla cittadinanza”.
“È notizia di queste settimane che il Comune ha aderito alla gara di Anci per delegare ad una cordata di privati la fase dell'azione esecutiva di ingiunzione e di riscossione. Nessuno rimpiange Equitalia – continua Grassi – i cui metodi e modi di agire erano assai discutibili, ma dare l'illusione che il Comune stia perseguendo chi non paga per poi scoprire invece che lo fa male e in maniera fallace, non può essere una attenuante. Peraltro adesso pensare di affidare questa delicata fase di riscossione ad un privato, significa dichiarare il proprio fallimento dalla reinternalizzazione del servizio”.
“E allora mi chiedo perché si fa finta di niente? E adesso che si sono riempite le casse di Linea Comune per sviluppare e realizzare un software, che è così inefficace, che neppure verrà usato dalle nuove società incaricate, non si ammette l’errore? Perché non si è valutato di aderire alla nuova agenzia delle entrate, che ha sostituito Equitalia, e che effettuerà il medesimo servizio dei privati scelti da Anci? Quali sono state le valutazioni economiche e tecniche alla base di questa scelta? Siamo sicuri che pur di perseguire una politica dell'immagine si sia lasciato evadere e non pagare diversi debitori del Comune. Lo si è fatto per incapacità o perché si voleva favorire qualche amico, simpatizzante o società di amici degli amici? Basterebbe che il Comune avesse permesso che somme di denaro dovute all'ente locale, tramite la prescrizione dei tempi per il pagamento, o nel caso in cui fossero trascorsi invano i tempi a disposizione del Comune per avviare le procedure di recupero, oppure l'aver ritardato l'invio delle ingiunzioni a cui non sono seguite azioni esecutive di pignoramento abbiano portato al dissolvimento del soggetto debitore, perché si possa configurare un danno erariale a danno della collettività e a carico dei responsabili tecnici dell'ufficio finanziario”.
A QUESTO LINK la risposta alla interrogazione da cui sono estrapolati i dati citati
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