Il sindaco di Firenze Matteo Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei conti della Toscana. Il procedimento si riferisce al periodo in cui Renzi era presidente della Provincia di Firenze e riguarda il danno erariale per l'inquadramento contrattuale di alcuni assunti a tempo determinato. La procura contabile aveva contestato alla ex giunta provinciale - presidente e assessori - un danno di 2 milioni e 155 mila euro. In fase di giudizio, la cifra è stata ridotta a circa 50 mila euro. Di questi, circa 14 mila sono a carico di Renzi e mille a carico dell'attuale presidente della Provincia, all'epoca vicepresidente, Andrea Barducci. Condannati anche ex assessori e funzionari. In base a quanto si apprende, le contestazioni mosse a Renzi riguarderebbero la categoria di inquadramento e la mancanza di laurea di 4 segretarie del suo staff, contrattualizzate con la categoria D invece che C.
IL COMMENTO DI RENZI - Quella della procura della Corte dei Conti era «una ricostruzione fantasiosa e originale». Lo dimostra il fatto che dalla richiesta di «oltre due milioni di euro» si è arrivati a una condanna che «ribalta totalmente l'impostazione della procura» visto che siamo passati a «meno di cinquantamila euro. Ma non ci basta e faremo appello». È quanto il sindaco, Matteo Renzi, commentando la sentenza con cui la corte dei Conti lo ha condannato a un risarcimento di danno erariale. «Tra il 2004 e il 2009 - ricorda Renzi - la Provincia ha fatto risparmiare i cittadini e ha visto un significativo dimagrimento dei costi della macchina amministrativa. Le tasse provinciali sono state ridotte, un caso più unico che raro di diminuzione della fiscalità. Nello stesso periodo il personale della Provincia è diminuito da 929 a 903 persone, con il dimezzamento secco del numero dei dirigenti». «Da quello che possiamo capire - ha spiegato - le contestazioni riguardano la categoria di inquadramento di quattro persone nello staff, assunte a tempo determinato». «Se poi un dirigente ha sbagliato l'inquadramento - conclude - ce ne assumeremo tutte le responsabilità, anche se è veramente difficile accettare l'idea che siano gli amministratori e non eventualmente i funzionari i responsabili di erronee impostazioni contrattuali, questione puramente tecnica».
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