Il giudice Tommaso Picazio del tribunale di Firenze ha inflitto oggi, in un processo con rito abbreviato, una condanna a 30 anni di carcere, sotto il profilo del dolo eventuale, ad Anteo Cara, albanese, ultimo omicida della gang che massacro' Massimiliano Da Lio, un pasticcere titolare di affermati esercizi commerciali a Firenze, che fu pedinato, rapinato e colpito mortalmente nel suo appartamento di Tavarnuzze (Firenze) la notte del 26 aprile 2010. Il pm aveva chiesto l'ergastolo per omicidio volontario. Anteo Cara, cosi' come ricostruito dalle indagini coordinate dal pm Paolo Barlucchi, si distinse come effettivo esecutore materiale dell'assassinio insieme ad un connazionale, Fabian Mikaj. Entrambi furono subito latitanti, rispetto ai complici. Ma mentre Anteo Cara - assistito nel processo dagli avvocati Costanza Malerba e Federico Febbo -, venne poi arrestato, Fabian Mikaj fu ucciso in Albania per un regolamento di conti fra criminali relativo a circostanze completamente diverse dalla vicenda di Da Lio. L'omicidio avvenne in circostanze di particolare crudelta' ed efferatezza come ribadito piu' volte dal pm Barlucchi, titolare dell'inchiesta, nei vari procedimenti che hanno riguardato i membri della banda. Quanto agli altri esecutori materiali dell'omicidio, anche questi albanesi, il pm Barlucchi ha ricorso in appello contro le condanne inflitte dalla corte d'assise a Edinjo Nikai, 30 anni di carcere, e al magazziniere Sandiljan Buzhala, 24 anni. Condanne non rispondenti alla richiesta di ergastolo fatta dal pubblico ministero per omicidio volontario, e non sequestro di persona seguito da omicidio preterintenzionale aggravato come definito dalla corte d'assise. Peraltro, proprio in appello hanno goduto di forti sconti di pena altri tre della gang, i primi ad essere condannati alla fine del 2011: sono l'italiano Carmelo Casella - considerato il mandante della 'spedizione punitiva' contro Da Lio fatta per questioni di denaro e mascherata da rapina - ha avuto la pena ridotta a 16 anni di carcere (30 in primo grado); un altro italiano, considerato intermediario con la gang di albanesi, Fabrizio Maioriello a 12 anni (da 19 anni e quattro mesi); l'albanese Erald Nikaj, a 10 anni (primo grado, 20).
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