Inchiesta della Dda di Firenze che ha portato all'esecuzione di 12 misure cautelari. Le indagini hanno tratto origine da accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle di Prato, che avevano consentito di individuare alcune persone dedite, con documenti di identità falsi, intestati a persone inesistenti, alla movimentazione di ingenti somme di denaro di dubbia provenienza. L'attività investigativa, dunque, inizialmente diretta dalla Procura della Repubblica di Prato, è proseguita, dal 2017, con il coordinamento della Dda, dopo che sono emersi significativi collegamenti con la mafia siciliana. Le indagini hanno consentito di scoprire un'associazione a delinquere che per riciclare denaro di provenienza illecita, ha creato e gestito - direttamente e tramite una serie di prestanome - una galassia di imprese con sedi in tutto il territorio nazionale e in particolare in Toscana, Sicilia e Lazio (in totale 33). Le aziende in parte erano effettivamente operanti e in parte di fatto inesistenti in quanto sprovviste di qualsiasi struttura imprenditoriale. Tutte avevano come oggetto sociale il commercio di pallets, ovvero le pedane in legno comunemente utilizzate per il trasporto e la movimentazione di vari tipi di materiale.
Agli arrestati e agli ulteriori indagati - in totale 60 persone - è contestata, a vario titolo, l'associazione per delinquere finalizzata ai reati di riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, nonché l'intestazione fittizia di beni, contraffazione di documenti di identità e sostituzione di persona. Dei dodici arrestati, sei in carcere e altrettanti ai domiciliari, dieci sono originari di Palermo e provincia, due della Puglia. Sette sono residenti nel capoluogo siciliano, due a Prato, due a Campi Bisenzio (Firenze) ed uno a Sesto Fiorentino (Firenze).
Il sodalizio riciclava proventi degli affari criminali della "famiglia mafiosa di Corso dei Mille" di Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia, condannato con sentenza irrevocabile per il reato di associazione mafiosa, figlio di Francesco Tagliavia, condannato all'ergastolo per le stragi di via d'Amelio a Palermo e via de' Georgofili a Firenze.
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