Il calciomercato estivo si è chiuso da un paio d'ore e quello operato dalla ACF Fiorentina si può riassumere con una sola parola: ridimensionamento.
Neto, Savic, Pizarro e Salah sono 4 ex viola, scelti non a caso uno per reparto, che raffrontati col mercato in entrata evidenziano l'indebolimento che ha subito la rosa gigliata. Gli arrivi di Błaszczykowski, Mario Suarez, Kalinic, Verdù, Sepe, Gilberto, Astori e Baez, sulla carta, non compensano gli addii di Neto, Aquilani, Savic, Pizarro, Salah, Gomez, Joaquin, Basanta, Vargas ed una lunga lista di seconde o terze linee. Sorride il bilancio che, grazie alla vendita di Savic e il monte ingaggi abbattuto con le tante cessioni, marca segno più.
Si conclude un'estate fatta di proclami disattesi, con in mezzo una sequela di stucchevoli ed imbarazzanti teatrini (l'esonero di Montella, il caso Salah “nostro per 18 mesi” e poi “mai in Italia”, Milinkovic Savic in gita di piacere nella sede della Fiorentina e le bizze seguite dall'addio sul filo di lana di Joaquin).
In mezzo a questa tempesta - non di idee, ma di figuracce - il condottiero Paulo Sousa avrà il difficile compito di fare le nozze coi fichi secchi o, come dice lui, di fare l'omelette con le uova che ha a disposizione. L'allenatore portoghese è già riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi e nelle grazie della maggioranza degli addetti ai lavori, dimostrandosi persona seria, affabile e tecnicamente preparata. Mai banale nelle conferenze stampa, fin da subito ha dato prova di essere uomo schietto e non si è né risparmiato educate critiche all'operato della Società (vedi la cessione di Savic), né ha evitato di esporre i propri dubbi (“sono più preoccupato di chi può lasciare la Fiorentina rispetto a chi può arrivare”).
Un ottimo precampionato e l'esordio in Serie A con la vittoria sul Milan non devono essere cancellati dalla brutta sconfitta subita a Torino.
Paulo “Colletto” Sousa, in questa estate bizzarra, per ora appare l'unica certezza e perciò merita tempo e fiducia, affinché possa accordare al meglio gli strumenti che ha a disposizione per creare un'armonia consonante. Difficilmente riuscirà a scrivere una pietra miliare della musica del pallone, ma grazie alle sue capacità, alla fine, potrà riuscire a strappare gli applausi del pubblico di Firenze.
Auguri di cuore Paulo e, vista la sua usanza di portare il bavero all'insù, ci perdoni l'appellativo “Colletto”, ma siamo fiorentini...in questo caso il nomignolo lo affibbiamo per stima e non per dileggio.
Donato Mongatti
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