In Toscana i soggetti attualmente positivi al Coronavirus tornano a superare quota mille. Il bollettino odierno della Regione Toscana vede infatti 1.015 attualmente positivi, suddivisi in 971 in isolamento domiciliare (asintomatici o con sintomi lievi che non richiedono cure particolari), 39 ricoverati in ospedale in reparto e 5 in terapia intensiva.
Analizziamo i dati raffrontandoli con i due periodi con numeri analoghi, ovvero le prime settimane di marzo (epidemia appena scoppiata) e giugno (mese in cui da settimane era iniziata la rapida decrescita dei casi di positività al Covid-19).
Il 17 marzo in Toscana gli “attualmente positivi” erano 1.024, suddivisi in in 552 in isolamento domiciliare, 329 ricoverati in ospedale in reparto e 143 in terapia intensiva.
Il 2 giugno nella nostra regione gli “attualmente positivi” erano 1.011, suddivisi in 901 in isolamento domiciliare, 85 ricoverati in ospedale in reparto e 25 in terapia intensiva.
Come dimostrano i dati, con numeri analoghi come infezioni note in corso, i positivi che ora devono ricorrere alle cure ospedaliere sono una percentuale sensibilmente minore, così come è sensibilmente minore la percentuale di coloro che necessitano della terapia intensiva a causa di una situazione critica. Questo, per fortuna, determina la drastica contrazione del numero di decessi.
In marzo quasi la metà dei 1.024 casi noti erano ricoverati nei nosocomi (472 soggetti, pari al 46,1%) e di questi il 30,3% erano in terapia intensiva.
A giugno dei 110 casi nelle strutture sanitarie (che rappresentavano il 10,9% dei positivi totali noti) il 22,7% erano in terapia intensiva.
Oggi, 24 agosto i 44 pazienti che sono negli ospedali della Toscana rappresentano il 4,3% dei casi di positività noti, di questi il “solo” 11,4% è in terapia intensiva.
Ad oggi, come detto, con analoghi numeri di persone positive al virus, le strutture sanitarie regionali sono decisamente meno gravate di pazienti nei reparti e terapie intensive Covid. Il motivo principale sta nel fatto che, rispetto a quando è scoppiata l'epidemia, molti nuovi casi vengono scoperti a seguito della ricerca di potenziali positivi e non in base alla verifica con tamponi su soggetti con un quadro clinico sospetto. Anche oggi, infatti, il 56% dei nuovi positivi risulta asintomatico e il 25% pauci-sintomatico. Altro aspetto che determina una bassa percentuale di ricorso alle cure ospedaliere è l'età media dei nuovi positivi che, essendosi abbassata sensibilmente, garantisce una migliore risposta al virus (i 44 nuovi casi odierni hanno un'età media di 36 anni).
Questi dati non devono assolutamente fare abbassare la guardia. Più aumenteranno i casi e più sarà facile che il virus venga trasmesso anche a soggetti che, a causa dell'età e di patologie pregresse, avranno meno risorse per guarire. Da parte di tutti serve la massima responsabilità ed attenzione: più saremo rispettosi delle regole di prevenzione della trasmissione del contagio e prima ne usciremo.
Donato Mongatti
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