Pugno duro della Giunta Nardella contro i minimarket di Firenze.
Il Comune, infatti, è intenzionato a proibire la vendita di bottiglie di alcolici e super alcolici da asporto e contestualmente bloccare l'apertura nel Centro Storico di nuovi esercizi di vicinato (negozi con una superficie di vendita sotto i 300 mq).
Il Sindaco è intenzionato a discutere la delibera di giunta entro settembre per poi approvarlo in Consiglio Comunale.
Un iter preciso, dettato da un'esigenza: il Tar toscano, infatti, si è messo già di traverso all'ordinanza anti-alcol firmata dal sindaco "ma non per il merito", sottolinea Nardella. Per il metodo, cioè il reiterarsi della questione di somma urgenza. Così, per non incappare in nuovi vizi di forma, Palazzo Vecchio sceglie un'altra strada: la modifica al Regolamento del commercio che presuppone il doppio sì, in Giunta e in Consiglio.
"Utilizzeremo- spiega Nardella - i temi della sicurezza urbana e della salute pubblica per impedire soprattutto l'apertura di quei minimarket che in realtà sono distributori di alcolici travestiti da negozi alimentari: un pacco di pasta, un litro di latte e poi interi scaffali di bottiglie di superalcolici pronte per essere messe in strada a ragazzi spesso impreparati, non consapevoli. Non possiamo più tollerare tutto questo".
Palazzo Vecchio, infatti, è deciso a bloccare l'apertura di nuovi negozi di vicinato nel centro storico appellandosi alla tutela del patrimonio dell'umanità. In questo caso, quindi, andando ad incidere sul regolamento Unesco. "Fisseremo dei requisiti precisi, così come oggi già avviene per Ponte Vecchio o via Tornabuoni", ancorati "alla tradizione storica e al patrimonio artistico e culturale. Se rispettati bene, altrimenti non aprono". Una formula scivolosa, perché "siamo consapevoli che così andiamo in deroga alla normativa del governo Monti sulla deregulation del commercio, però non abbiamo altra scelta".
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