Chi si aspettava una conferenza stampa dove fosse fatta un po' di chiarezza da parte della Proprietà viola sulla vicenda nuovo stadio della Fiorentina non può che essere rimasto deluso.
In oltre un'ora di dichiarazioni da parte del Presidente della Fiorentina Rocco Commisso, che come sempre ha dimostrato grande disponibilità nei confronti della stampa, sono state aperte e chiuse strade che portano a varie soluzioni, ma la meta finale ad oggi resta un interrogativo.
Fulcro del lungo incontro con i media è stato il concetto che senza strutture moderne non si aumentano gli introiti e conseguentemente non si può costruire una Fiorentina in grado di lottare per traguardi importanti.
“Come sapete – ha spiegato Commisso – il primo mese che sono arrivato qui mi sono indirizzato per cercare di fare qualcosa a Campo di Marte al Franchi, lo stadio che è dei viola da circa 90 anni; ma abbiamo saputo informalmente che le curve non si possono abbattere ed abbiamo iniziato a guardare altre opzioni”. “Da qui siamo partiti con l'idea del Comune e del Sindaco Nardella, col quale ho e continuo ad avere dal primo giorno che sono arrivato una buonissima relazione, della opzione Mercafir, ma più il tempo è passato – ha sottolineato Commisso – più mi sono fatto l'idea che forse non è una situazione ottimale, specialmente col prezzo dei 22 milioni (la stima del valore dell'area, ndr) e dopo altri costi che non erano considerati, come i costi dell'IMU e di ristrutturazione della vecchia Mercafir (che è e resterebbe a carico del Comune di Firenze e non di ACF, ndr), come eventuali problemi di reperti archeologici e inquinamento (bonifica dei terreni, ndr). Il prezzo di 22 milioni è più alto di come credevo, prima del bando (di vendita del comprato sud di circa 15 ettari destinati a stadio e 30.500 mq di superfici commerciali, direzionali e turistico-ricettive, ndr) credo che le cose saranno affrontate con il Comune e bisognerà vedere cosa prevederà (le condizioni di alienazione in favore dell'acquirente, ndr)”.
“Come ho detto dal primo giorno che sono arrivato, il problema dell'Italia nel calcio è la burocrazia e l'impossibilità di fare le cose 'fast, fast, fast'”.
Commisso poi ha illustrato uno schema che mostra i ricavi dei maggiori 20 club calcistici europei, che hanno un introito medio di 417 milioni all'anno (determinati dal commerciale, i proventi tv e da stadio), a fronte di un ricavo da parte di ACF nella stagione 2017-18 di 84 milioni. “Come si può arrivare a spendere i soldi che si devono spendere se la Fiorentina ha 84 milioni di ricavi, quando gli altri possono spendere 100-200 milioni solo sui giocatori? - si è interrogato Commisso – se noi vogliamo avere una Fiorentina che presto avrà successo come facciamo senza i giocatori? Per arrivare lì si devono avere le infrastrutture che ci portano certi ricavi, uno stadio e la zona commerciale attorno allo stesso. Perciò l'intenzione di fare lo stadio è esistita dal primo giorno, continuiamo a credere che si può fare e speriamo che principalmente si possa fare qui a Firenze, ma come ho detto voglio velocità, controllo e prezzo giusto (per l'acquisizione dei terreni, ndr)”.
In merito ai costi per il controllo degli impianti ed attività connesse (in diritto di superficie o di proprietà), Commisso ha fatto diversi esempi con altre città italiane, ma senza evidenziare le condizioni radicalmente diverse tra Firenze e le altre aree prese in considerazione. Regge davvero poco il paragone fatto con la Juventus a Torino per la zona dell'ex Delle Alpi. L'area del Club bianconero nel 2002 è stata stimata in 24 milioni. “Alla Juventus – ha dichiarato Commisso - sono stati dati 35 ettari per 25 milioni (24 in realtà, ndr), qui 22 milioni per 14,8 ettari, se vi fate i conti sono il doppio (del prezzo in proporzione)”. Il paragone, come detto, non sta in piedi. E per una serie di aspetti. Prima di tutto si tratta di una stima di 18 anni fa. In secondo luogo nel caso di Torino i 24 milioni sono per il diritto di superficie e a Firenze i 22 milioni garantiscono il diritto di proprietà, le superfici edificabili extra stadio (ovvero il 'mattone') sono sostanzialmente identiche (c'è una differenza di solo 500 mq) ed infine c'è da considerare il valore immobiliare che tra Torino e Firenze è decisamente in favore del capoluogo toscano. Attraverso una banale ricerca sul portale della Agenzia delle Entrate si certifica che il valore minimo di mercato per destinazione commerciale in una zona periferica a Torino è tre volte inferiore al valore minimo di mercato per la stessa categoria in zona Mercafir. Se poi si vuole mettere la ciliegina sulla torta non si può non considerare la differenza abissale di presenze turistiche tra Firenze e Torino, adornando il tutto col fatto che Palazzo Vecchio si accollerà il costo di realizzazione del parcheggio per lo stadio che pesa per diversi milioni di euro (cosa non accaduta per l'impianto bianconero).
Sui costi di acquisizione i paragoni con altre realtà non reggono, ma dubbi di Commisso sulla Mercafir possono essere comprensibili se riguardano i tempi di consegna dell'area libera dagli immobili dei mercati generali alimentari. Ecco perché in attesa del bando per l'alienazione a Novoli è comprensibile che il Presidente viola valuti diverse opzioni in città e zone limitrofe. In alternativa si potrebbe stracciare il percorso fatto ad oggi dal Comune di Firenze per la variante urbanistica che prevede la vendita dell'area sud del centro alimentare, ritornando allo stato originario della stessa che prevede il diritto di superficie (abbattendo l'impegno economico per il possesso del bene).
Commisso ha parlato anche del volume di affari che genera lo sport negli USA e del supporto che riceve dai governi e le amministrazioni locali rispetto al Bel Paese. A torto o a ragione, però, qui siamo in Italia e gli amministratori ben poco possono fare se non rispettare le norme di questo Stato, dirimendosi tra balzelli, leggi e regolamenti. Tasse, oneri e imposte non possono essere calcolate ad personam, ma come ha ricordato lo stesso Commisso “nei limiti della legge”.
“Noi riteniamo – ha dichiarato il DG Joe Barone a fine conferenza, ribadendo i concetti espressi dal patron gigliato - che le infrastrutture e gli stadi sono la cosa più importante per il futuro del calcio in Italia”.
Commisso sosterrà l'eventuale investimento, quindi è ovvio che analizzi con attenzione cosa fare, ma, come ha riconosciuto lo stesso Presidente, un nuovo impianto con annessi e connessi genera più utili di un Franchi ristrutturato (oltretutto, come ipotizzato, appare periglioso trasformare zone a destinazione sportiva al Campo di Marte in aree commerciali da costruire accanto all'impianto di viale Fanti).
Quale sarà la decisione finale? Mercafir, Franchi, Campi Bisenzio, altrove? I dubbi dopo la conferenza di ieri restano gli stessi che esistevano in precedenza. Ad oggi non c'è da parte della Società viola un atto formale che manifesti nei fatti una scelta.
A fine mese il Comune di Firenze dovrebbe pubblicare il bando per la messa in vendita dei 14,8 ettari a Novoli. Solo allora i primi punti interrogativi potrebbero cominciare a ridursi.
Donato Mongatti
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