Emergono alcuni particolari sull'inchiesta della Procura di Firenze che ha portato all'arresto di 12 persone, tra funzionari, dipendenti e ausiliari della sosta di SaS, la Società di Servizi alla Strada, interamente partecipata dal Comune di Firenze, che gestisce il controllo della sosta nei parcheggi pubblici a pagamento.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i parcheggiatori abusivi avevano costituito una vera e propria associazione a delinquere che controllava la sosta nel parcheggio di piazza Vittorio Veneto, nei pressi del centro storico e del parco delle Cascine.
PETTORINE 'FALSE' E SOFFIATE PER EVITARE CONTROLLI - Secondo gli investigatori, il gruppetto di abusivi, dotati di pettorine e di falsi tagliandi della sosta, avrebbero operato indisturbati grazie alla complicità degli ausiliari della sosta, che li avrebbero avvisati in anticipo in caso di controlli da parte dei vigili urbani e avrebbero evitato di multare le auto che esponevano i tagliandi fasulli consegnati dai parcheggiatori.
VERBALI MA NIENTE MULTE SUL PARABREZZA - In alcuni casi, gli ausiliari avrebbero emesso i verbali ma non ne avrebbero lasciata copia sui parabrezza, in modo da non insospettire gli automobilisti che, in buona fede, avevano pagato facendosi raggirare dagli abusivi. Sempre secondo quanto ricostruito dalle indagini, uno degli ausiliari del traffico, ora in carcere, sarebbe stato visto dagli investigatori mentre riceveva denaro dagli abusivi.
FUNZIONARIO SAS VOLEVA IL PIZZO - Addirittura in una delle conversazioni intercettate, il funzionario della Sas Vittorio Sergi, parlando con una collega finita ai domiciliari, le avrebbe proposto di chiedere il 'pizzo' a tutti i parcheggiatori abusivi, facendosi pagare 10 euro al giorno da ciascuno.
MINACCE AD AUTOMOBILISTI - Certi di essere dotati di un buon livello di impunità, anche grazie alla complicità degli ausiliari della sosta, i parcheggiatori abusivi avrebbero ripetutamente minacciato e estorto denaro agli automobilisti, in particolare ai turisti stranieri, arrivando anche a minacciare danni alle loro auto se non avessero pagato. Inoltre, in base a quanto ricostruito dagli investigatori, i parcheggiatori avevano tra di loro una precisa gerarchia e divisione dei compiti, tanto che il denaro guadagnato veniva versato in una sorta di cassa comune e gli utili divisi a fine giornata.
DIRIGENTE ASSENTEISTA - Invece Nicola Raimondo, il 49enne capo del Reparto controllo sosta di Sas, adesso detenuto nel carcere di Sollicciano, si sarebbe assentato dal lavoro per intere giornate dopo aver timbrato il cartellino presenze, e avrebbe archiviato o stracciato alcune multe per fare favori a conoscenti.
Secondo gli investigatori, il 49enne avrebbe pure istigato alcuni ausiliari del traffico ad assentarsi dal lavoro, anche falsificando gli orari dei verbali delle multe cos' da limitare il lasso di tempo in cui non risultavano emesse le contravvenzioni ed evitare così di destare sospetti.
PANETTONE E OLIO PER NON FARE MULTA - In carcere è finito anche uno degli ausiliari della sosta, che tra l'altro avrebbe incassato soldi da alcuni ignari automobilisti nel parcheggio di Porta Romana. L'ausiliario li avrebbe invitati a non usare il parchimetro e a pagare direttamente a lui. In un caso, secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto un panettone e una bottiglia d'olio in cambio di una multa non fatta.
INCHIESTA DA SEGNALAZIONE AUTISTA PULLMAN - Le indagini sono scattate nell'aprile del 2018 dopo una denuncia fatta dall'autista di un pullman tedesco, che sarebbe stato costretto a pagare 40 euro a due parcheggiatori abusivi per sostare in lungarno Vespucci.
'COLPI' ANCHE A STADIO E MANDELA - La 'banda' di parcheggiatori abusivi non agiva infatti solo in piazzale Vittorio Veneto ma anche in altre zone, come nei pressi dello stadio Franchi e del Mandela Forum in occasione di concerti.
In queste zone, e sempre in occasione di concerti, irregolarità sarebbero state commesse dagli ausiliari della sosta che avrebbero incassato direttamente i soldi del parcheggio pagati dagli automobilisti
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