«Uno schieramento di centrosinistra non può essere progressista nel nome e conservatore nelle scelte». Lo scrive il sindaco di Firenze Matteo Renzi in una lettera al 'Corriere della serà in cui sollecita l'opposizione a non limitarsi a «invocare il governo tecnico» ma a «dire cosa ha in testa». Per Renzi «l'idea di appoggiare un esecutivo che si limiti a mettere balzelli straordinari senza affrontare i problemi strutturali fa tremare i polsi», perchè vorrebbe dire «commissariare la politica senza cambiare le politiche. Per me sarebbe inaccettabile». Come esempio di scelte da affrontare, Renzi cita la necessità di intervenire sulle pensioni «subito» senza aspettare il 2036 e detassare per i primi tre anni il lavoro dei neo assunti, nonchè privatizzare le maggiori aziende del Paese, semplificare la burocrazia e dimezzare «i posti e i costi della politica», introdurre il «contratto unico a tutele progresive» superando «l'apartheid tra chi è già garantito e chi sta fuori dal sistema del welfare».
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