Fino a dove si può spingere la cattiveria umana? E’quanto si sono chiesti gli operatori dell’Enpa di Pistoia che, grazie ad una segnalazione, hanno effettuato un controllo in un allevamento della montagna pistoiese, trovandosi di fronte ad una scena agghiacciante: una cagna meticcia di pastore tedesco tenuta a catena con un collare di ferro, stretto attorno al collo, le cui punte ritorte penetravano nella carne dell’animale che era sanguinante ed infetto.
Un vero e proprio strumento di tortura fatto appositamente perché ogni tentativo del cane di liberarsi, per sottrarsi al dolore, peggiorava la situazione. Il cane, Lilla il suo nome, emanava un odore nauseabondo a causa dell’infezione causata dalle punte di ferro penetrate nella carne viva. L’allevatore si è difeso dicendo che il cane non apparteneva a lui ma alla figlia e che era legato alla catena perché era particolarmente vivace.
Gli operatori dell’Enpa hanno chiamato immediatamente la Polizia Municipale che è intervenuta prelevando l’animale dall’allevamento - che si trova nel Comune di Cutigliano, in località Melo -per trasferirlo al Canile Sanitario di Pistoia ed operarlo con la massima urgenza. Il cane aveva anche la febbre a 40 gradi, causata dall’infezione.
A tutela di Lilla, l'ENPA ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale contro l’allevatore e la figlia, a cui è intestato il cane, rendendosi disponibile ad assumersi la proprietà dell’animale al fine di trovargli una nuova adozione, promuovendone, inoltre, la confisca per evitare che possa tornare nella custodia di persone che l’hanno gravemente maltrattato.
L’Enpa si adopererà inoltre per la tutela dell'altro cane ancora in possesso dell'allevatore (un border collie di circa sei mesi, tenuto anch’esso alla catena e senza microchip) e degli altri animali da reddito presenti nell’allevamento.
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