«Il quadro è buono, ma la cornice è marcia». Era metà dello scorso settembre e, dopo il ko casalingo con il Genoa, già allora Edy Reja aveva deciso di dimettersi e chiudere in anticipo la sua avventura sulla panchina della Lazio. Quella sconfitta, alla seconda partita di campionato, aveva scatenato critiche, ritenute ingenerose, sulla conduzione della squadra.
Reja le aveva sofferte particolarmente, ritenendo che parte della tifoseria e della stampa avesse maturato un incomprensibile pregiudizio verso il suo lavoro. E soprattutto che non gli fosse stato mai perdonato quel quarto posto, con vista sulla Champions, sfumato sul finire del torneo 2010-'11, quando la Lazio si era vista superare dall'Udinese sul filo di lana in virtù dei risultati nei confronti diretti, favorevoli ai friulani. «Io non devo soltanto vincere, ma stravincere. Provo disagio a lavorare in un ambiente come questo. Qualcuno cerca di destabilizzare la situazione» spiegò dopo il confronto avuto a Formello con il presidente Lotito e con i giocatori. Quel faccia a faccia gli permise di superare il «momento di delusione e amarezza» e rimanere al suo posto. «Ho detto al presidente che volevo chiudere il rapporto con la Lazio, ma poi ho avuto manifestazioni di sostegno di Lotito e dei ragazzi e ho deciso di continuare». Dimissioni solo verbali, quelle, rientrate grazie all'appoggio ricevuto dai vertici della società. Più difficile che Reja cambi idea questa volta, con l'addio (peraltro respinto dal club) che sarebbe nero su bianco. L'allenatore goriziano, in particolare, è rimasto deluso da una campagna acquisti invernale che non ha portato agli obiettivi programmati. I due pesanti ko consecutivi (l'1-3 casalingo con l'Atletico Madrid all'Olimpico in Europa League ed il 5-1 incassato a Palermo) hanno poi rafforzato la convinzione del tecnico: la rosa della Lazio ha bisogno di rinforzi, soprattutto perché i numerosi infortuni hanno svelato una panchina corta. Reja è arrivato alla guida della Lazio nel febbraio 2010, prendendo il posto di Davide Ballardini. Da quest'ultimo aveva ereditato un pericoloso terzultimo posto in classifica. Sotto la sua guida la formazione si riprende e conquista la salvezza, con il dodicesimo posto. L'anno dopo sfiora un posto nei preliminari di Champions e Reja ottiene il rinnovo del contratto. Ora un addio che sembra inevitabile, nonostante la Lazio sia terza in classifica.
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