Il governo ha effettuato la prima mossa sullo scacchiere che vede contrapposti il movimento no slot con la filiera del settore Giochi. La proposta del Sottosegretario all'Economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, che chiede di bandire le slot machine da bar e tabacchi, è stata accolta favorevolmente da diversi gruppi politici e associazioni, anche se c'è chi si oppone alla linea dura e alla campagna di proibizionismo che non fa altro che aumentare le irregolarità del settore. Baretta si è pronunciato a favore della drastica riduzione degli apparecchi da gioco fino “alla loro totale scomparsa da bar e tabacchi”, spiegando inoltre come “la soluzione migliore sarebbe quella di disporre di sale giochi fortemente specializzate”, preoccupazione che si estende anche al settore digitale.
La risposta di Calabrò a Baretta - La convinzione principale è che le slot machine alimentano l’abitudine al gioco con conseguenti problemi legati al gioco d'azzardo patologico, ludopatia che negli ultimi anni ha subito una forte crescita in tutta la nostra Regione e che vede Firenze nella top ten delle province dove si gioca di più alle slot machine. "Tutta la legislazione contro la ludopatia punta a evitare l’assuefazione che sfocia in spirali patologiche” ,ha spiegato Raffaele Calabrò, deputato Ap e membro della commissione Affari costituzionali, che si è dichiarato pienamente d'accordo con la proposta avanzata da Baretta. Lo stesso si è dichiarato favorevole alla creazione di sale dedicate alle slot: “Anche lì c’è il rischio della patologia - afferma il deputato centrista -, ma almeno si evita il meccanismo dell’immediatezza come succede oggi con le macchinette nei bar e nelle tabaccherie”.
La posizione di Nevola e delle Associazioni di settore - "Bisogna continuare a lavorare senza criminalizzare chi collabora direttamente e indirettamente con lo Stato per ripulire il settore dalle irregolarità", ha spiegato Luigi Nevola, presidente dell'associazione Sentinella, promotore, a Roma, del primo tavolo nazionale sul gioco d'azzardo. Il tavolo ha visto la partecipazione del presidente della Sipac (Società italiana interventi sulle patologie compulsive), Cesare Guerreshi, e i presidenti di Sapar e As.tro, Raffaele Curcio e Massimiliano Pucci.
Beretta assediato dalla filiera dei Giochi: “La strada del proibizionismo alimenta l’illegalità". I temi discussi hanno riguardato la lotta all’illegalità e alle irregolarità del settore, con particolare attenzione ai totem; il contingentamento delle slot machine, i percorsi formativi, (già attivati in alcune regioni) di cura e informazione, condotti da personale qualificato. "L’iniziativa si propone di dar vita una concertazione sul settore che coinvolga anche gli operatori del sociale e del mondo terapeutico con l’obiettivo di individuare macrotemi e punti programmatici e poi operare in modo oggettivo”.
La ‘strada sbagliata’ del proibizionismo - Per quanto riguarda in specifico la proposta Baretta, Nevola ha spiegato quanto la strada del proibizionismo possa essere quella più sbagliata da percorrere in quanto non fa altro che generare frustrazione, patologia e criminalità. “La proposta di Baretta è lodevole, bisogna continuare a lavorare senza criminalizzare chi collabora direttamente e indirettamente con lo Stato per ripulire il settore dalle irregolarità".
Il "No" di Nevola si estende anche agli interventi relativi a distanziometri e limitazioni orarie: "Sono sbagliati a prescindere, perché il giocatore, specie se compulsivo, si deve poter sfogare avendo accesso al gioco legale. I limiti aumentano la compulsività e i divieti non fanno altro che alimentare le irregolarità. Sul gioco c’è tanta ideologia e ignoranza e quella proibizionista ormai è una moda".
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