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martedì, 22 ottobre 2013 - 19:52
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Firenze

Renzi risponde su Ponte Vecchio e minaccia querela contro Il Movimento 5 Stelle

Il caso della cena della Ferrari Cavalcade finisce in Parlamento
Immagine articolo - Il sito d'Italia

"Qui si finisce di nuovo sui giornali nazionali" aveva detto ieri la consigliera fiorentina Ornella De Zordo concludendo il suo intervento nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio. Non si può dire che avesse torto!

 

Il caso di Ponte Vecchio affittato dai ferraristi per una cena è finita in Parlamento, il senatore del Movimento 5 Stelle Maurizio Romani in un'interrogazione odierna ha richiamato l'attenzione su quanto accaduto dieci giorni fa a Firenze. Il sindaco che pure ieri in sede di consiglio comunale sull'argomento è stato sollecitato dai consiglieri d'opposizione Ornella De Zordo e Tommaso Grassi solo quando la querelle ha ormai varcato i confini locali arrivando addirittura a Roma sceglie di replicare.

"Ormai a Firenze con l'aministrazione Renzi tutto può accadere ma in quest'occasione si sia superato ogni limite di decenza - ha dichiarato oggi in aule il senatore grillino - Renzi ha adoperato mezzucci della peggior politica per coprire il suo operato come annunciare 120 mila euro per coprire un buco di bilancio sulle vacanze per i ragazzi disabili quando non c'erano nè i soldi nè tantomeno il taglio del buco di bilancio. Su questa vicenda Renzi ha fatto una pessima figura, sfruttando la città, i suoi monumenti e il proprio potere discrezionale per accaparrarsi nuovi supporter, facendo favori a soggetti economici forti che potrebbero, al momento giusto, restituire il favore fatto".  

 

L'occupazione di Ponte Vecchio da parte dei bolidi della Ferrari Cavalcade e dei ferraristi che la sera di domenica 30 giugno si sono riservati l'intera passeggiata sull'Arno per la cena, aveva scatenato non poche polemiche in città, tra turisti colti di sorpresa e fiorentini che, privati per mezza giornata di un pezzo di città, si sono sentiti toccati nel personale. Non è nuovo e forse non è nemmeno così abominevole che una città impieghi e metta a frutto le proprie bellezze se questo può portare un vantaggio reale alla città. La cultura e l'arte se è vero che possono ancora far mangiare e altrettanto vero che necessitano di denari, molti, per essere conservate. Pensare che se ne possa godere in eterno democraticamente e gratuitamente solo perché si vive in un Paese che ne è colmo e per le quali non abbiamo nessun merito suona come un'arrogante pretesa tutta italiana.

 

Renzi aveva spiegato che l'evento aveva fatto incassare a Palazzo Vecchio 120 mila euro; non male, di questi tempi, come incasso di una sera.
Ma ora, grazie alla denuncia dei consiglieri d'opposizione Tommaso Grassi e Ornella De Zordo viene fuori che quei 120 mila euro non ve nè traccia: ad oggi nelle casse comunali risulta che siano entrati solo  17.000 euro per l'occupazione di suolo pubblico. “Il Sindaco ha detto che abbiamo recuperato circa 120.000 €, ma dove sta scritto che il Comune beneficerà di questa cifra? Le carte – sottolinea De Zordo – non dicono questo, per l'occupazione di suolo pubblico di tre zone di Firenze risultano agli atti 2.719 €, più 11.295 € e 2.489 € per un totale di circa 17.000 euro. Non esiste un atto ufficiale del Comune di Firenze dove si certifica che sarebbero stati incassati 120.000 euro". Non solo ma dal documento reso noto dai due consiglieri risulta che l'autorizzazione per il suolo pubblico è stata rilasciata il primo di luglio cioè un giorno dopo la manifestazione.

 

Quello che non è andato giù al sindaco di Firenze di tutto il discorso pronunciato in aula dal senatore Romani è la paventata ipotesi che il panorama concesso per la cena del Cavallino Rampante sia il frutto di uno scambio di favori personali: un "a buon rendere" che a Renzi potrebbe tornare comodo di qui a breve.
"Ha presente la portata diffamatoria di una simile dichiarazione? - domanda il sindaco in una nota-  Addirittura una concessione di scambio tra la persona fisica del Sindaco e i cento clienti Ferrari o chi per essi. Senatore Romani, Lei naturalmente immagina che sia mio dovere adire le vie legali a difesa del buon nome della città che ho l’onore di guidare. Lo farò nelle prossime ore, sia in sede civile che in sede penale. C’è un problema, però. Lei, cittadino Romani, a differenza mia e di milioni di altri italiani, non può essere perseguito perché gode dell'immunità parlamentare".
"Bene, cittadino senatore Romani, dia un segno della diversità del Movimento 5 Stelle da quella che voi definite la Casta e chieda formalmente al Senato di rinunciare all’immunità parlamentare. Spieghi quali sono i favoriri personali di un’operazione nata per Firenze. Dimostri se può la veridicità delle Sue affermazioni. Oppure paghi il conto delle sue dichiarazioni improvvide".

 

Querele a parte resta il mistero di dove siano finiti i 120 mila euro rossi fiammanti.

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