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Manifestazione promossa da Cgil e Arci Firenze, tra la folla anche la Agostini e la Albini

Al sit-in di solidarietà al popolo libico, presente anche l'Imam

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Si è conclusa poco fa la manifestazione di solidarietà ai libici in rivolta contro Gheddafi. Davanti alla Prefettura in via Cavour bandiere Cgil, Sinistra e Libertà e Rifonadazione Comunista. Ad aver promosso la mobilitazione infatti è stata la Cgil insieme all'Arci Firenze; hanno aderito il Pd metropolitano, Sel provinciale, Prc provinciale. Presenti anche consiglieri e assessori comunali: Tea Albini, Susanna Agostini e Francesca Chiavacci. Proprio alla Agostini, Presidente della Commissione Pace abbiamo chiesto un parere sul Governo Italiano in questo delicato momento: "Disastroso", risponde di getto, poi spiega:" Ho sentito il discorso di Maroni questa mattina, l'ho sentito parlare di location. La solidarietà e il sostegno sono una cosa diversa. Un governo del tutto inappropriato tanto alle questioni interne quanto a quelle internazionali. Leggevo su Repubblica le ultime dichiarazioni di Berlusconi che definisce Gheddafi 'un pazzo'. Siamo di fronte a una situazione d'emergenza e come tale va trattata. Si perecepisce uno sbandamento nazionale favorito dalla paura di nuove immigrazioni. Ecco perchè urge un intervento preventivo e non sanatorio". Volgendo poi lo sguardo all'Egitto la Agostini è convinta che " quella che sta nascendo è una nuova classe dirigente pronta e con una cultura della democrazia". "Non c'è il pericolo che subentri la componente fondamentalista?" chiediamo: "No non credo - continua l'Agostini - L'occupazione di questi giorni è una reazione, una questione di sopravvivenza che fin'ora nessuno aveva garantito. La fame fa muovere gambe e cervelli. Credo fermamente che il popolo possa uscire dai ghetti grazie all'informatizzazione". Tra i partecipanti anche Salah Ibrahim che si definisce un "italo- egiziano", racconta infatti di essersi trasferito in Italia dal suo paese circa 30 anni fa e di essersene andato "perchè lì non c'era democrazia". Sulla rivolta che ha visto protagonista il suo paese dice "Finalmente si è rotto il muro della paura e si intravede la speranza di cambiare ciò che per anni è rimasto immutato". Anche a lui abbiamo chiesto se non teme il fondamentalismo islamico dei 'Fratelli musulmani': "Non hanno la forza per governare - dice- Non bisogna dare un taglio religioso a questo cambiamento. Tutto è cominciato dai giovani e solo dopo hanno aderito le forze politiche, questa è la vera novità". Dalle parole di Salah emerge chiaramente la ferma speranza in una svolta democratica per il suo Paese, sebbene precisa "non necessariamente nel senso occidentale del termine. E' una società nuova quella che si sta formando con una propria forma di democrazia. Non è il caso di assegnare stereotipi. E comunque non mi preoccupo del colore della democrazia". infine una ferma critica al Ministro degli Esteri Frattini: "Sembra che la sua unica preoccupazione sia come affrontare il problema di chi si salverà dai bombardamenti; questo da Italiano mi indigna e mi spaventa". Un giudizio positivo sul popolo in lotta giunge anche dall'Imam di Firenze: "E' la primavera della democrazia per il Nordafrica". All domanda se questa rivolta si muove nella laicità o nel solco dell'Islam, risponde. "E' il popolo che fa la ribellione, la cultura islamica fa parte del popolo, spetta a lui isolare la componente estremista". L'ultima battuta è riservata a Gheddafi che si è sempre dichiarato fedele all'Islam, "Così ce l'hanno venduto", risponde laconicamente. "E il libro Verde lo ha letto"- chiediamo- "Si. No comment" la risposta.

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