La definitiva pietra tombale sull'ipotesi di vedere sorgere lo stadio della Fiorentina (con 30.500 metri quadrati di opere connesse) nell'area Mercafir cancella una possibilità, ma non apre concretamente ad altre ipotesi affinché, prima o poi, Firenze possa avere una nuova casa viola.
Il Presidente del Club gigliato Rocco Commisso, ieri in una lunga lettera, ha annunciato la volontà di non partecipare all'asta per acquistare l'area di Novoli. Missiva alla quale ha replicato il Sindaco Dario Nardella evidenziando il proprio dispiacere per l'annuncio, ma ricordando che in qualità di pubblico amministratore, ovviamente, è tenuto a rispettare le leggi.
Legittimamente Commisso ha ritenuto l'offerta 'Mercafir' non adeguata alle sue esigenze: “tempi rapidi, costi ragionevoli e controllo totale del progetto di costruzione e gestione dello stadio dopo il suo completamento”.
Tempi, costi di realizzazione e futura rendita sono i tre punti cardine che spingono un imprenditore ad accettare o meno il cosiddetto rischio d'impresa.
Ad oggi il Presidente Commisso non ha chiarito quali siano gli obiettivi economici che vorrebbe raggiungere realizzando un nuovo stadio ed opere connesse. Qual è il rapporto esborso economico-futura rendita che sarebbe disposto a sostenere? L'eventuale ristrutturazione del Franchi sarebbe imprescindibile dalla trasformazione di Campo di Marte in una specie di Disneyland con grandi centri commerciali e alberghi (e quasi certa trombatura della proposta), oppure si potrebbe accontentare di intervenire riqualificando un vetusto stadio e poco altro? Un trasferimento fuori città, che inevitabilmente mancherebbe della possibilità di intercettare una parte dei turisti che visitano Firenze (oltre a un valore immobiliare ridotto di ciò che sarebbe edificato a parità di superfici) potrebbe essere sostenibile?
L'auspicio del patron gigliato (indicato nella lettera) di poter usufruire di leggi che facilitino chi vorrebbe spendere centinaia di milioni (e poi ricavarne) andrebbe immediatamente a cancellare l'arcinoto 'fast, fast, fast', poiché se si crede che in pochi mesi arrivino dal Governo nuove norme che supportino grandi investimenti sugli impianti sportivi, nel frattempo, si può rivalutare le teorie dei terrapiattisti.
Senza qualcosa di concreto, quindi un progetto che specifichi chiaramente come e dove intervenire, il Presidente Commisso proseguirà il tour tra le istituzioni attendendo che cambino le norme (magari rendendosi conto che la storiella dei privati che dettano condizioni alle pubbliche amministazioni è utile solo per ricalcare le orme dei fratelli Grimm); mentre i fiorentini continueranno a dividersi tra guelfi e ghibellini.
Donato Mongatti
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