“Prendete la collina di Arcetri, sotto Pian dei Giullari. Uno scenario incantevole, pieno di fascino e memoria. Prendete una delle piccole strade che la percorrono, via Suor Maria Celeste, fra muri a secco di quelli immortalati da Ottone Rosai. E poi immaginate di prendere una bella ruspa e buttar giù quattro o cinque metri di quel muro, e dietro aprire una strada privata, che taglia e incide la collina e l'oliveta, per arrivare alla villa retrostante. Impossibile? No, già fatto.
Con una semplice SCIA, che fra l'altro è relativa ad un "passo carrabile e percorso pedonale". Cosa c'entri il passo carrabile con un percorso pedonale non si sa, di certo la strada aperta tutto è fuori che pedonale. Ma come è potuto accadere? E la tutela delle colline? e i vincoli paesaggistici? E soprattutto, la vigilanza sul territorio, su un territorio di tale rilevanza e delicatezza? Possibile che nessuno abbia valutato che l'integrità paesaggistica della collina fosse più importante di consentire l'accesso al SUV di turno?
Evidentemente qualcosa non ha funzionato: se i lavori non sono in regola con le varie autorizzazioni paesaggistiche, o non sono conformi a quanto descritto nella SCIA, si agisca velocemente per contrastare l'abuso. Se tutto è "in regola", occorre riflettere bene sulle norme che potrebbero consentire una simile aberrazione”. Lo ha dichiarato la capogruppo di perUnaltracittà, Ornella De Zordo.
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