"Siamo fiduciosi in quelle che sono le attività della magistratura". Lo ha detto il generale Alberto Mosca, comandante della Legione Carabinieri Toscana, in riferimento ai militari dell'Arma indagati per il caso di Riccardo Magherini, il 40enne fiorentino morto durante un arresto da parte dei carabinieri nella notte tra il 2 e il 3 marzo nel quartiere di San Frediano.
I carabinieri coinvolti del caso, ha precisato Mosca, "restano in servizio e ricoprono lo stesso incarico. Ricevere un avviso di garanzia non significa essere condannati" ha precisato. "Qualcuno - continua - ha voluto avviare un procedimento mediatico, ma per fortuna c'è un magistrato che sta valutando. Probabilmente andremo davanti a un giudice, e vedremo come finirà. Io - ha detto - sono fiducioso".
"In questa vicenda - ha proseguito Mosca - ci sono molte contraddizioni, ma non da parte nostra". Il caso, ha precisato ancora il comandante della legione carabinieri Toscana, "è diverso da altri pregressi che si sono verificati. Fino a prova contraria i carabinieri in San Frediano non hanno pestato nessuno. Lo dicono documenti redatti anche alla presenza di consulenti della difesa".
Quanto ai militari indagati, "sono persone oneste e padri di famiglia. Vivono questa vicenda in modo rispettoso verso tutti".
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