"Per noi questo processo e' gia' un risultato, finalmente si potra' fare luce su tutta la vicenda". Lo ha detto Sergio Pietracito, presidente dell'associazione vittime del Forteto, entrando in tribunale a Firenze per la prima udienza del processo sugli abusi che sarebbero stati compiuti nella comunita' 'Il Forteto' di Vicchio (Firenze). Gli imputati sono 23: il fondatore Rodolfo Fiesoli e i suoi collaboratori. Secondo quanto emerso nell'inchiesta, nella comunita', fondata nel 1977 per il recupero dei minori si sarebbero compiute violenze e abusi, anche ai piccoli dati in affidamento. In aula per la prima udienza non e' presente alcun imputato. Presenti invece molte parti civili. "Finalmente - ha spiegato Pietracito - si comincia a capire che si trattava di un regno con un despota. Tutto cio' che si vedeva dall'esterno era una farsa, ma l'altra faccia della medaglia e' una tragedia umana che ha riguardato tanti ragazzi, anche quelli affidati al Forteto anche con irresponsabili decisioni dei tribunali dei minori". Riguardo l'assenza degli imputati, il presidente dell'associazione tra le vittime ha commentato: "Se non ci sono penso che sia per una strategia difensiva, perche' credo che non si vergognino di nulla". L'udienza si e' aperta con un serie di eccezioni preliminari presentate dalle difese, fra cui la richiesta di annullare le notifiche di avviso di chiusura indagine perche' avvenute tramite posta elettronica certificata. I 23 imputati sono accusati di maltrattamenti e, solo Fiesoli, di violenza sessuale.
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