Il Consiglio Comunale di Firenze ha approvato all’unanimità, con 23 voti favorevoli su 23 presenti, una Risoluzione che impegna l’Amministrazione a portare a conclusione il Patto di Amicizia con la città di Kobane (nel Kurdistan Siriano) e, come previsto dall’art. 2 del Regolamento sui Gemellaggi, che non escluda il percorso preparatorio verso il Gemellaggio con la città di Kobane.
La Risoluzione è stata presentata dal Gruppo Firenze Riparte a Sinistra, con Donella Verdi, Tommaso Grassi e Giacomo Trombi.
Si tratta di una attestazione politica significativa, che, oltre all’importanza della lotta di liberazione dall’Isis della città di Kobane e dell’intera regione del Rojava, riconosce anche il valore della “Carta sociale del Rojava”, il Patto Sociale che ha incluso il ruolo imprescindibile delle donne nelle istituzioni.
Dopo lo scoppio della guerra civile in Siria e del successivo sprofondare del paese nel caos, i curdi siriani hanno sviluppato forme di autogoverno per proteggere la popolazione dall’avanzata dell’Isis.
Non solo curdi, ma anche armeni, assiri, arabi, turcomanni e yezidi, hanno così potuto sperimentare una forma di convivenza basata sui principi federalisti e multietnici ispirati dal Confederalismo Democratico, i cui fondamenti sono libertà e giustizia, dignità e democrazia, nel rispetto del principio di uguaglianza e nella ricerca di un rinnovato equilibrio ecologico.
L’approvazione della deliberazione, purtroppo, avviene in una fase politica drammatica e delicata, dove questo esperimento di “pacifica” rivoluzione politica e sociale è seriamente minacciato dal rinnovato protagonismo sull’area da parte della Turchia, da sempre impegnata ad impedire qualsiasi riconoscimento politico ai circa venti milioni di curdi della regione.
Erdogan ed il suo governo – dopo aver decimato l’opposizione politica curda in Turchia – punta adesso sui curdi siriani.
Mentre gli occhi del mondo negli ultimi mesi erano concentrati sull’assedio di Aleppo, l’esercito turco, forte del rinnovato accordo con la Russia, è penetrato nell’estremo nord della Siria, ufficialmente per combattere l’Isis, ma col reale obiettivo di dividere e spezzare la “rivoluzione” curda del Rojava.
E’ importante che le organizzazioni politiche, le associazioni e tutte le persone dotate di sensibilità democratica tengano alta la soglia di attenzione su quanto sta accadendo in Siria e Turchia, perché una sconfitta delle istanze curde significherebbe una sconfitta per le istanze di pace e libertà per tutti noi.
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