Un pagamento di 75mila euro in contanti per chiudere senza sanzioni il controllo in un'affermata azienda vinicola della provincia di Firenze, nella Val di Pesa. E' questo uno degli episodi al centro delle indagini che oggi hanno portato all'arresto di due carabinieri del Nas (uno residente a Firenze, di 56 anni, l'altro nel Pratese, 49 anni), di un agente del servizio di informazioni Aise, 60 anni, di Montecatini Terme (Pistoia) e di un viticoltore, 76 anni, di Incisa Valdarno.
Secondo gli investigatori, uno dei carabinieri finiti in carcere si sarebbe presentato nell'azienda per un controllo, senza aver prima avvertito il suo comando e avrebbe prelevato campioni di vino e numerosa documentazione commerciale, anche priva di rilevanza ai fini della verifica, per spaventare, mettere pressione ai titolari della cantina vinicola presa di mira.
Le continue richieste di documentazione, immotivate, sarebbero cessate solo con il pagamento di 75.000 euro in contanti - la prima richiesta era stata di 200.000 euro, poi diminuita - da parte dei titolari della ditta, avvenuto attraverso l'intervento dell'agente segreto dell'Aise e del viticoltore. Si tratta, in base a quanto appreso, dell'unico episodio contestato allo 007 e al viticoltore.
In un altro caso i due carabinieri si sarebbero fatti consegnare 2.500 euro in contanti dal titolare di un bar a Campi Bisenzio (Firenze) a titolo di pagamento per una presunta irregolarità riscontrata.
In un'altra occasione avrebbero minacciato il titolare di una pescheria di Brozzi (Firenze) di farlo chiudere se non avesse pagato 1.000 euro. In un'altra circostanza ancora uno dei carabinieri del Nas, insieme a un collega non destinatario di misure cautelari, avrebbe attestato falsamente di essere fuori per accertamenti investigativi, mentre invece era andato a pranzo in un ristorante di lusso nei pressi di San Casciano Val di Pesa.
I due carabinieri, scrive il gip nell'ordinanza che ne dispone l'arresto, hanno dimostrato una "inaffidabilità attestata dalla loro mancanza di freni inibitori di fronte alla prospettiva di trarre illecito lucro in danno di altri anche abusando delle loro qualità di pubblici ufficiali" e dalla loro "spiccata inclinazione a delinquere".
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