Svolta nell'inchiesta sull'onda nera in Toscana. Due indagati dell'inchiesta della Dda di Firenze sull'estremismo di destra sono stati arrestati in flagranza per detenzione illecita di esplosivo e di parte di ordigni bellici. Si tratta di Andrea Chesi, 60 anni, bancario, e del figlio Yuri, 22 anni.
Nell'abitazione la Digos ha sequestrato tritolo e un quantitativo ingente di polvere da sparo, che l'uomo avrebbe recuperato svuotando insieme al figlio alcuni ordigni della Seconda Guerra Mondiale, e parti di ordigni bellici, tra cui quattro spolette e due detonatori.
CHI E' ANDREA CHESI - Chesi è dipendente della Banca Monte dei Paschi e lavora nella sede centrale di Siena. Sul suo profilo Facebook varie foto che ritraevano il 60enne indossare una mimetica delle Ss a bordo di un sidecar militare, su cui è stato visto anche per le vie della città del Palio.
In altre immagini l'uomo compare a Dongo, dove venne catturato Mussolini nell'aprile 1945, intento a fare il saluto romano e mentre mima con le mani il gesto di sparare a un cartello dell Anpi, l'associazione nazionale dei partigiani.
La Digos ha recuperato anche foto in cui il 60enne impugna un lanciarazzi e un album accompagnato dalla musica dell'inno ufficiale del partito nazista. Sempre da un profilo Facebook a lui riferibile, il 60enne si qualificava come segretario della federazione di Siena del 'Movimento Idea Sociale'.
Tra i 12 indagati c'è anche la moglie e madre dei due fermati, 52enne, sul cui profilo social sono state pubblicate foto del marito davanti alla tomba di Mussolini a Predappio. Indagato e perquisito anche il figlio 22enne della coppia. I tre risiedono in provincia di Siena.
Ma ha degli aspetti incredibili l'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze che stamani ha portato a numerose perquisizioni e sequestri nei riguardi di 12 persone "per detenzione abusiva di armi correlata alla costituzione di un'associazione con finalità eversiva". Sono stati sequestrati esplosivi e residuati bellici e nell'operazione sono stati trovate anche armi legalmente detenute.
Una specie di arsenale è stato sequestrato dalla Digos. Oltre a tritolo e polvere da sparo, trovati nella disponibilità di Chesi, sono stati inoltre sequestrati fucili di vario tipo, mitragliatori, pistole, coltelli di varie dimensioni, mannaie, e anche un lanciarazzi non funzionante, insieme a manganelli telescopici, mazze e tirapugni. I sigilli sono scattati anche per vari simboli nazisti e fascisti (tra cui svastiche e fasci littori) e anche per divise, elmetti e cappelli riproducenti quelli in dotazione agli eserciti tedesco e italiano durante la Seconda Guerra Mondiale.
ESPLODERE LA MOSCHEA - Inoltre, nel mirino dei 12 estremisti di destra indagati dalla Dda di Firenze c'era anche la moschea di Colle Val d'Elsa (Siena). Da alcune conversazioni intercettate, sarebbe emersa l'intenzione di far saltare il luogo di culto sabotando una condotta delle tubature del gas emerge. Il tentativo di "far saltare" la moschea non venne portato a termine perchè il 60enne di Siena, al centro dell'inchiesta, sarebbe stato contattato dalla polizia che aveva notato strani movimenti vicino all'edificio di Colle Val d'Elsa. "Noi, come ci si move, noi siamo no guardati a vista... di più", si lamentavano gli indagati nelle intercettazioni.
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