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domenica, 27 novembre 2011 - 10:04
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Appuntamenti

La Fondazione Il Fiore per Andrea Zanzotto

Un convegno sul poeta da poco deceduto il 29 novembre a palazzo Giugni, sede del Lyceum di Firenze, che collabora all’evento. Ingresso libero.
Immagine articolo - Il sito d'Italia

Il suo sguardo sul paesaggio e la sua idea di natura, la religiosità non confessionale e, infine, il rapporto profondo che lo legò a Federico Fellini, con cui collaborò in particolare per il film Casanova del 1976. Sono i principali aspetti dell’opera del poeta Andrea Zanzotto, scomparso il 18 ottobre scorso a Conegliano a 90 anni, che saranno messi a fuoco martedì 29 novembre alle 16 a Firenze a palazzo Giugni dell’Ammannati (via degli Alfani 48) in un importante convegno organizzato dalla Fondazione il Fiore in collaborazione con il Lyceum Club Internazionale fiorentino, che offre la prestigiosa sede. Al convegno, a ingresso libero e coordinato dalla presidente della fondazione Maria Grazia Beverini Del Santo, interverranno eminenti letterati e scrittori, quali Stefano Dal Bianco, che ha curato l’Oscar Mondadori con tutte le poesie di Zanzotto, Marco Marchi, Antonio Prete e Giacomo Trinci. La relazione di Stefano Dal Bianco, sul tema “La religio di Zanzotto fra scienza e poesia”, è da lui così presentata: «La poesia di Zanzotto è un oculato attentato scientifico al mistero del divino nella Natura. Si mette in luce la quantità degli apporti mistico-iniziatici e ‘religiosi’, in senso non confessionale, nella sua opera fino dagli esordi. Ma Zanzotto è più simile a un mistico visionario o a uno scienziato eretico?». A “Zanzotto, Fellini e la «gran testa»” è dedicato invece l’intervento di Marco Marchi, che illustrerà «il rapporto profondo intercorso tra Andrea Zanzotto e Federico Fellini, cogliendolo in special modo in quello che resta il momento culminante, artisticamente più riuscito e più alto di documentabili, protratte relazioni: quel Filò in dialetto con cui il poeta di Pieve di Soligo corrispose a suo tempo alle richieste collaborative del regista di Rimini, facendo della sua partecipazione al Casanova con il Recitativo veneziano e la Cantilena londinese un’occasione di incontro tra letteratura e cinema destinata a rimanere unica nel panorama della cultura italiana del Novecento». Il paesaggio e la natura sono al centro delle relazioni di Giacomo Trinci, “La trama del trauma: paesaggi con tempeste nella poesia di Andrea Zanzotto”, e di Antonio Prete, “La lingua della natura”. Quest’ultimo seguirà, nell’opera di Zanzotto, «il definirsi di uno sguardo sul paesaggio inteso come l’elemento visibile della natura, che rinvia a un pensiero della physis: nel cammino da ‘Dietro il paesaggio’ al ‘Galateo in bosco’ prende via via campo un’idea di natura che lega tutti i viventi nel nodo della finitudine, del passaggio, della contiguità temporale e cosmologica. Un pensiero che si fa lingua della poesia e interrogazione sul senso, sul suo naufragio».

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