“Quasi una partecipata della Regione su quattro è costretta a ricapitalizzare per sopravvivere. Il rapporto 2013 è un bollettino di guerra: dagli aeroporti alle terme, le società in buona salute si contano sulle dita di una mano”. Con queste parole il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) commenta l’andamento di aziende e fondazioni partecipate dalla Regione Toscana.
“A poco più di un anno dalla fine del mandato – attacca Chiurli – la promessa elettorale di Enrico Rossi sulla dismissione dei carrozzoni non strategici è largamente disattesa. Sono oltre venti le società di cui la Regione mantiene le quote, altrettante le fondazioni di cui fa parte. L’esercizio 2012 si è chiuso con una perdita di oltre 1 milione di euro per quanto riguarda la competenza della Regione”.
“Ma il conto è ben più salato – continua il consigliere - se consideriamo tutte le risorse pubbliche impegnate per aumenti di capitale finalizzati a coprire i buchi di bilancio”.
“Qualche esempio? Alatoscana, la società che gestisce l’aeroporto dell’Elba, ha deliberato un aumento di capitale nel 2012, ma non è stato sufficiente: i soci devono drenare altri 2 milioni di euro circa. A cui la Regione Toscana aggiungerà 470mila euro l’anno in tre anni a copertura degli oneri di servizio pubblico. Aumento di capitale di circa 6 milioni per Arezzo Fiere, che chiude in utile ma solo grazie a proventi straordinari. L’Interporto di Guasticce (Livorno) si conferma pozzo senza fondo: per la ricapitalizzazione sono necessari 18 milioni di euro e la Regione farà la sua parte. Tra l’altro – aggiunge Chiurli – l’Ente pubblico ha già sottoscritto una fideiussione da 16 milioni in favore dello stesso soggetto. Non va granché meglio all’analoga struttura di Prato, i cui soci dovranno tirar fuori altri 5 milioni di euro. Medesimo l’importo stabilito per le Terme di Montecatini”.
“Ma c’è anche a chi va peggio: Fidi Toscana chiude con una perdita da 2,3 milioni di euro, Firenze Fiera con 1,7 milioni di euro di rosso, Firenze Parcheggi segna meno 1,4 milioni, le Terme di Chianciano sfiorano il milione di perdita e quelle di Casciana si attestano poco sotto il mezzo milione”.
“E le Fondazioni? Ne citiamo solo un paio a titolo esemplificativo: il Maggio Musicale Fiorentino chiude con 10 milioni di passivo, mentre la Fondazione Monte dei Paschi di Siena con 193,7 milioni di rosso. Si dirà che questa è un’altra storia, ma quando si deciderà la Regione Toscana – conclude Chiurli – a fare i conti con le ripercussioni delle proprie partecipazioni? Speriamo che non sia troppo tardi”.
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