Fu uno sciopero europeo, probabilmente la prima manifestazione per la pace alla quale partecipassero insieme studenti, lavoratori, persone di paesi diversi che nelle piazze sfidava apertamente la barbarie nazifascista. Era l’8 marzo del 1944 e molti pagarono con la vita quel semplice gesto di adesione alla protesta. A Firenze furono centinaia, in larghissima parte operai. Li arrestarono, li ammassarono nel Loggiato delle ex Leopoldine, in piazza Santa Maria Novella, e li caricarono sui vagoni piombati diretti a Mauthausen e altri campi di sterminio nazisti. Partirono dal binario 6 della stazione quell’8 marzo e in pochi tornarono vivi. Domani la città ricorderà i suoi deportati, a 70 anni di distanza, con una cerimonia prima sotto il loggiato delle ex Leopoldine e poi al binario 16 della stazione di Santa Maria Novella. Saranno presenti, tra gli altri, l’assessora all’educazione Cristina Giachi, la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi, l’assessore provinciale alla pubblica istruzione Giovanni Di Fede, Alessio Ducci, presidente dell’Aned (l’Associazione nazionale ex deportati) di Firenze, Moreno Cipriani, sempre dell’Aned, Thomas Punkenhofer sindaco di Mauthausen e Markus Siller sindaco del Comune di Ebensee Il convoglio che lasciò Firenze l’8 marzo del 1944 giunse a Mauthausen l’11. Durante il percorso verso i campi di sterminio al treno furono aggiunti a Fossoli e a Verona altri vagoni che trasportavano lavoratori che avevano scioperato.
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