Il peso delle accuse, gravissime, si fa sentire per don Emanuele Dondini, il sacerdote 58enne dell'Alto Mugello accusato di violenza sessuale aggravata su una giovane parrocchiana che si era rivolta a lui in un momento di difficoltà.
In queste ore, in cui la notizia dell'inchiesta della Procura di Firenze è diventata di dominio pubblico, il sacerdote, con trentuno anni di esperienza alle spalle, è al centro di uno scandalo per cui la Diocesi fiorentina, guidata dal cardinale Giuseppe Betori, ha già aperto un'indagine canonica, che porterà, con tutta probabilità, ad una sua sospensione.
Sotto il profilo giuridico, invece, su Dondoli grava anche l'esito di una perizia psichiatrica forense, che ha stabilito che il prete avrebbe approfittato delle condizioni di "inferiorità psichica" della ragazza per abusarla sessualmente.
Don Emanuele non vuole parlare con nessuno e da tempo è in ritiro in una struttura religiosa in Toscana. Chi ha visto il parroco lo descrive come una persona molto turbata che vorrebbe "prendersi un tempo di riposo per tutelare la comunità che ha rappresentato e alla quale è molto affezionato".
Infatti, il sacerdote starebbe preparando una lettera rivolta ai suoi fedeli per spiegare le sue ragioni.
Dondoli, a quanto appreso, avrebbe anche manifestato la volontà di "raccogliere le energie per una difesa che gli consenta di raggiungere la verità e di far cadere le accuse gravi e infamanti"
Ma nei luoghi in cui il prete ha svolto la sua missione, non ne vogliono sentire più parlare. "E' una cosa vergognosa, non si deve più avvicinare alle nostre case", parla indignata una signora fuori da un bar di Firenzuola.
"Dovrebbe stare in carcere per quello che ha fatto" spiegano in piazza, perchè "siamo tutte persone perbene che avevamo fiducia in lui" racconta Mario, un pensionato del posto. E c'è anche chi spera che "non ci siano altre vittime, che magari sono rimaste zitte per paura". Speriamo di no.
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