Il ciclo “Pensando ad Atene” si sta avviando alla conclusione e l’Associazione Culturidea è veramente soddisfatta dell’esito e andamento di questo terzo ciclo.
Anche quest’anno gli incontri, tutti di altissimo livello, hanno spaziato su temi veramente affascinanti ed interessanti e i relatori in ogni occasione si sono superati in bravura.
Martedì 22 marzo protagonista della serata in Corso Gramsci 37 alle ore 21.20 presso la Fondazione Tronci, sarà il sociologo dell’Università di Firenze Filippo Buccarelli che argomenterà sul tema del fattore “G” nella contemporaneità dei social network. Le immense potenzialità dell’intelligenza umana e la possibilità di sollecitare ed espandere le risorse mentali sono l’argomento della conferenza di Buccarelli. Il tutto sarà caratterizzato da una seria attenzione all’indagine scientifica, ai processi di pensiero dei più grandi cervelli della storia e alla possibilità che veramente esistono di ricreare le condizioni perché il genio latente in ogni persona possa attivarsi o ri-attivarsi, specie nel mondo della iper connessione dei social network. La domanda che oggi il mondo scientifico si pone è come si possa affiancare ad un atteggiamento scientificamente rigoroso anche un approccio giocoso allo sviluppo delle abilità di apprendimento, di memorizzazione, di concentrazione e di soluzione dei problemi in dinamiche che sono al confine tra lo svago (i social) ed il lavoro (la possibilità di accedere immediatamente ad un numero sterminato di informazioni, nozioni). La creatività, l’immaginazione e la pratica quotidiana di una gran quantità di tecniche sono l’argomento che impegna pagine e pagine di ricerca, rendendo il tema davvero appassionante. Oggi la sociologia e le scienze umane si chiedono e cercano di rispondere alle nuove sfide che si palesano nella moderna teoria dell’apprendimento. La questione non banale è quella di integrare proficuamente l’intramontabile lezione di Socrate e i concetti ormai acquisiti di divertimento e piacere quali fattori chiave dello sviluppo dell’intelligenza umana contestualizzandoli nel mondo della coscienza e della vita virtuale. Ma la domanda potrebbe anche essere un’altra. “Si può creare un genio?” La maggior parte della gente suppone che geni si nasca, non che lo si diventi. In un famoso esperimento,una ricercatrice pose dei topi in un ambiente super-stimolante, completo di altalene, scale, ruote e giochi di ogni tipo.
Altri topi furono confinati in semplici gabbie. I topi che vivevano nell’ambiente con un’elevata quantità di stimoli non solo raggiungevano l’eccezionale età di tre anni (l’equivalente dei 90 anni in un uomo), ma il loro cervello aumentava di dimensioni, facendo crescere foreste di nuovi collegamenti tra cellule nervose. I topi che vivevano in gabbie normali, invece, rimanevano inattivi e morivano più giovani. Il loro cervello presentava, inoltre, meno collegamenti tra cellule. Il social è un ambiente con le altalene o una gabbia?
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