di Christian Campigli - Mai nella storia repubblicana lo scranno di Palazzo Vecchio è stato così in bilico. Quello che fino a pochi mesi fa era uno dei fortini della sinistra italiana considerato da tutti inespugnabili, oggi potrebbe rappresentare il baratro definitivo del Partito Democratico.
La sconfitta più dolorosa, quella dalla quale è più difficile rialzarsi. Non è un caso se Matteo Renzi, durante la Festa dell'Unità, ha più volte invitato il suo popolo a smetterla con le divisioni. E ad essere compatto contro “il nemico leghista”.
In questi giorni c'è grande fermento intorno al nome del futuro candidato del centro destra. Dario Nardella, dopo qualche tentennamento estivo, è ormai saldo nella sua posizione. Che potrebbe essere appoggiata anche dalla lista civica guidata dallo sceriffo, Graziano Cioni. Sono dell'ultima ora le parole di supporto anche del governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, pronto a dare il proprio aiuto per la riconferma dell'attuale primo cittadino. Dall'altro lato del fiume le idee non sono così chiare.
Da un mese gira un nome importante, quello di Ginevra Cerrina Feroni. Costituzionalista, donna dotata di cervello, cultura, classe e bellezza. Un mix, sulla carta, semplicemente perfetto. La solita, vecchia, banale, ripetitiva tattica del centro sinistra di bollare tutto quello che viene da destra come fascista non sarebbe più credibile.
La Feroni, al contrario, non convince una parte della Lega proprio per certe sue posizioni, anni addietro, valutate come troppo vicine all'universo del giglio magico renziano.
Scartati i nomi più politici, quelli di Jacopo Cellai, Mario Tenerari, Giovanni Galli e Jacopo Alberti, nelle ultime ore si è aperto una porta per Ubaldo Bocci, uomo forte di Azimut, una società indipendente che si occupa di consulenza patrimoniale. Al 30 agosto 2018 il capitale privato gestito supera i 52 miliardi di euro e dal 2004 è quotata nell'indice presso la Borsa di Milano.
Una figura di spicco, che non solo tranquillizzerebbe i piani alti dell'economia fiorentina, ma che sarebbe anche in grado di portare nella nostra città nuovi ed importanti investimenti.
Ma Bocci è anche un cattolico serio e rigoroso, che ha fatto del suo impegno con l'Unitalsi una ragione di vita. Una mano tesa verso i più deboli, verso gli ultimi, che lo rende apprezzato e stimato anche nelle stanze del Vaticano. E, anche in questo caso, non reggerebbe l'accusa di razzismo o fascismo a Bocci, proprio in virtù del suo curriculum. Specchiato. Secondo le indiscrezioni raccolte, il nome verrà deciso nei prossimi trenta giorni e ufficializzato prima di Natale.
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