Anche se può sembrare una tendenza legata ai nostri tempi, in realtà il gioco d’azzardo è molto antico e in tantissimi comuni toscani era di grande interesse e ricopriva un ruolo fondamentale per i cittadini. Se analizziamo la storia del gioco in Toscana, infatti, è possibile delineare alcune caratteristiche relative alla società urbana di questa regione in epoca medievale.
In alcuni comuni risulta esserci stata una vera e propria creazione di istituzioni pubbliche regolamentate, mentre in altri, ci sono dati che riconducono ad organizzazioni più informali dedicate sempre al gioco d’azzardo. Vediamo quindi, come era organizzato il settore del gioco d’azzardo nell’antichità e come nel corso dei secoli si è evoluto, fino ai nostri tempi.
Il gioco d’azzardo oggi: quali sono stati i cambiamenti significativi?
Uno dei cambiamenti più importanti legati al settore del gioco d’azzardo, è sicuramente dipeso dallo sviluppo tecnologico della nostra epoca. Oggi, infatti, la maggior parte dei giocatori preferisce dedicarsi al gioco online, collegandosi in qualsiasi momento a piattaforme e siti online, come ad esempio Pokerstar Casino. Gli utenti possono accedere a delle vere e proprie sale gioco virtuali mediante i diversi dispositivi tecnologici che possiedono, come ad esempio, smartphone, tablet o pc.
Ovviamente, per garantire ai giocatori affidabilità e trasparenza, i vari siti web di gioco virtuale devono esibire una licenza apposita. È consigliabile quindi, affidarsi sempre a siti e piattaforme certificate. Infine, proprio come in epoca Medievale, anche oggi sono previste forme di tutela per il settore del gioco fisico. Ad esempio, per tutelare maggiormente il settore del gioco legale, contrastando quindi la crescita di quello illegale, sono previste sanzioni qualora venga praticato in luoghi non consoni.
Il gioco d’azzardo in Toscana in età tardo-medievale
Da alcuni dati relativi allo studio del gioco d’azzardo nell’antichità, è emerso che in Toscana esisteva una netta divisione tra i diversi comuni, in alcuni, infatti, venivano praticati i giochi ludici taxillorum, in altri i tabularum. Nel primo caso, si trattava di giochi basati completamente sulla fortuna, mentre nel secondo caso, appartenevano a questa categoria i giochi di abilità.
Tra i giochi praticati in Toscana in epoca medievale, una maggiore approvazione era rivolta proprio a quelli legati alle capacità e alle abilità dei singoli individui. In particolare, dagli studi emerge che uno dei giochi praticati con più frequenza nei comuni Toscani era la Zara, che consisteva nel riuscire ad indovinare la somma tra i numeri dei vari dadi lanciati. Il gioco della Zara viene anche citato da Dante nel VI canto del Purgatorio.
Tra i giochi di fortuna, invece, troviamo la Morbiuola, l’Aliosso e la Minella, si tratta di giochi che prevedevano scommesse in denaro, erano quindi, dei veri e propri giochi d’azzardo dell’epoca.
Anche se risulta difficile oggi conoscere con precisione le regole dei singoli giochi praticati in epoca Medievale in Toscana, sappiamo con esattezza però, che quelli di fortuna erano quasi del tutto proibiti, mentre quelli legati alle abilità erano legali e venivano praticati in luoghi aperti e pubblici.
Nella foto una rappresentazione del gioco della Zara
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