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Thursday, 12 March 2015 - 06:49
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novoli

Università, Collettivi scienze politiche contestano ex pm Caselli: "Squadristi". Salta incontro con studenti

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Una contestazione fatta da striscioni ha 'atteso' Giancarlo Caselli all'Università di Firenze che ha deciso di non partecipare alla lezione in programma nel polo di universitario di Novoli. L'ex procuratore capo di Torino era stato invitato da "Sinistra Universitaria" e da "Libera" al Polo delle Scienze sociali a tenere una lezione sulla lotta alla mafia, ma alcuni esponenti dei Collettivi di Scienze politiche hanno esposto striscioni con le scritte "Caselli non ti vogliamo" e "Caselli boia dei movimenti sociali e nemico dei lavoratori". Apparse anche scritte tracciate sulle facciate con le frasi "Caselli boia torturatore" e "Caselli boia dei movimenti sociali".Il magistrato ha così deciso di rinunciare al suo intervento.

 

"Intimidazioni e comportamenti incivili, compatibili forse con lo squadrismo ma di certo non con la democrazia". L'ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli definisce così, in un intervento sulla Stampa, il 'Collettivo Scienze Politiche di Firenze', che ha contestato la presenza del magistrato, poi annullata, al Polo delle Scienze Sociali di Firenze, dove questa mattina Caselli avrebbe dovuto tenere una lezione sulla lotta alla mafia in un incontro organizzato dalle associazioni Sinistra Universitaria e Libera. Leggendo il volantino del Collettivo "ho capito alcune cose che mi erano sfuggite'', scrive Caselli, che elenca tre punti. Primo, "contrastare fino a sconfiggere i criminali delle Brigate rosse e di Prima linea che hanno insanguinato l'Italia è stata cosa riprovevole, da condannare con infamia. Perché in realtà, rivela il Collettivo, non si trattava di fermare assassini spietati ma di 'reprimere i movimenti sociali di operai, studenti e contadini che rivendicavano un cambiamento rivoluzionario verso una società più giusta'". Secondo, "credevo, chiedendo volontariamente di essere trasferito da Torino a Palermo dopo la morte di Falcone e Borsellino, di aver contribuito a salvare la democrazia, ottenendo risultati importanti", prosegue Caselli. Secondo il Collettivo "ho solo sposato completamente la ragion di stato, rinunziando a quella intransigenza legalitaria esercitata abbondantemente contro i militanti politici". Il terzo punto riguarda i no-Tav: "Ero convinto che la legge fosse eguale per tutti", osserva Caselli, "invece non mi sono preoccupato delle 'infiltrazioni mafiose', ma ho vestito 'nuovamente i panni dell'inquisitore intransigente e forcaiolo contro i movimenti sociali'".

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