Il "dato obiettivo" è che il sistema pubblico "ha mantenuto costantemente aperta una linea di credito illimitata verso l'esperienza educativa e pedagogica de 'Il Forteto'", nonostante gli arresti, prima nel 1978 e poi nel 2012, dei vertici della cooperativa. E' scritto nelle motivazioni della sentenza sugli abusi compiuti nella comunità "Il Forteto", in Mugello. Il fondatore, Rodolfo Fiesoli, è stato condannato a 17 anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale su minori e maltrattamenti e 13 suoi collaboratori sono stati condannati solo per maltrattamenti. "Credito accordato dagli operatori - elencano i giudici nelle 1040 pagine - che hanno indicato in quella comunità una risorsa utile ed efficace per la tutela di minorenni in situazione di disagio, se non di vero e proprio abbandono; credito ribadito dai provvedimenti dell'autorità giudiziaria minorile che, ancora nel 2012 (dopo gli arresti di Rodolfo Fiesoli, il capo indiscusso di quella comunità), ha 'confermato' affidamenti famigliari a favore di alcuni soci della cooperativa; da amministratori pubblici e da esponenti politici che hanno garantito sovvenzioni e sostegno istituzionale". (Ansa)
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