C’erano una volta i compassi, pennelli e tempere, quando per creare un’immagine bisognava comporla in maniera artigianale, pezzo per pezzo. E oggi, a fare tutto - o quasi - bastano dei semplici click. Quarant’anni di storia, di passione e di lavoro, racchiusi nella mostra “Graphic Emotions” del graphic designer e artista Nicola Russo, che ci raccontano l’incredibile evoluzione delle tecniche che si sono semplificate con l’arrivo dei computer, ma che possono essere anche la vera fortuna di un professionista se sa dosare bene la sua creatività. La sua mostra, coordinata e allestita dalla designer Giulia Gianfranchi, sarà dal 1 al 13 settembre nei locali di Zap – Zona Aromatica Protetta, in vicolo Santa Maria Maggiore 1, a Firenze, dove in occasione dell'inaugurazione, venerdì dalle 18, saranno eseguite le melodie celesti con l'arpa da Antonella Natangelo.
I lavori - Oltre 250 tra marchi e logotipi, realizzati dagli anni ‘70 fino ad oggi. Dal più fortunato di PadovaFiere nel 1989, che ha dato origine a una lunga collaborazione con l’ente, al più difficile marchio di Erbavoglio, negozio di oggettistica per la casa di Padova, realizzato nel 1976: “Volevo rendere l’idea di erba - racconta Russo - ma per creare quel tipo particolare di movimento ho dovuto utilizzare riga, compasso, curvilinee”.
E poi ancora il marchio geniale Gemmo, realizzato nel 1974, per l’azienda vicentina di impianti e materiali elettrici: una doppia emme a colpo d’occhio che trasmette il concetto di elettricità. “Il primo passo nella realizzazione di un marchio è capire la psicologia dell’azienda che ti trovi davanti e il loro obiettivo - spiega Nicola Russo - un processo spesso lungo: un marchio vuol dire anche decine di proposte e studi, con colori e variazioni diverse, per arrivare alla scelta finale”. Marchi vincenti, come quello per lo zucchero, la testata “Libri nuovi Einaudi” senza dimenticare la realizzazione di un intero carattere trasferibile in un concorso internazionale per la Mecanorma di Parigi.
Ci sono poi le illustrazioni e i pastelli a cera, una sfida che comincia nel 1986 con la gestione della comunicazione allo sport per l’Assessorato del Comune di Padova. Per oltre due anni i muri della città si sono ricoperti dei suoi manifesti raffiguranti lo sport in maniera dinamica dando uno scossone innovativo al modo di comunicare. Sono seguite le illustrazioni dei Campionati Europei di Hockey su Prato femminile ed i Mondiali di Lotta Greco-Romana. Infine nel 2011 l’intuizione “Moz-Art” una lunga ricerca nel mondo delle armonie del colore realizzando quadri ora in mostra e calendari, armonie cromatiche ispirate alle sinfonie di Mozart.
“Volevo fare l’architetto - racconta Russo di sè - e poi ho avuto la fortuna, dopo 7 anni all’ufficio pubblicità Marzotto, di lavorare con due gruppi creativi all’agenzia padovana Adver, così ho iniziato a fare comunicazione visiva per aziende, avendo come riferimento dei maestri come Bruno Munari e Milton Glaser, Franco Grignan e Armando Testa. Con l’arrivo di Photoshop, Illustrator e QuarkXpress mi è venuto da ridere... dal nervoso: tutta la mia fatica risolta così. Ma ben presto mi sono adeguato ai cambiamenti. Ora non vivrei senza computer”.
Dopo anni di lavoro a Padova decide di trasferirsi in Toscana e iniziare una nuova sfida. “La crisi che ha spazzato via numerose aziende, internet che soppianta i preziosi cataloghi - dice con fiducia nel futuro - mi ha spinto a rimettermi in gioco e trasferire la mia creatività a Firenze senza abbandonare mai la mia musa più grande: l’amore per i colori, e un portafortuna, la farfalla, discreta, leggiadra, colorata”.
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