“Settant’anni sono un numero importante, quasi l’intera vita di una persona. Occorre continuare a tramandare la memoria che non deve essere la luce di una candela che si affievolisce ma quella del sole che dopo ogni tramonto risorge in una nuova aurora. Libertà e giustizia sono i beni più preziosi e il patrimonio più importante da coltivare è quello della memoria”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, celebrando nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio il 70/o anniversario della Liberazione della città dai nazifascisti. “Abbiamo il dovere – ha detto Nardella – di ricordare tutte le vittime della Resistenza e della Liberazione, e dobbiamo tenere bene a mente che la pace non è un frutto acquisito per sempre ma è il frutto più fragile che ci viene consegnato da chi ha vissuto la guerra. La pace è e resta per noi un obiettivo da perseguire, e lo ricordiamo oggi con guerre alla porte inaccettabili: da Firenze diciamo con forza basta a tutte le guerre e alle persecuzioni religiose, indegne dell’umanità”. Citando il filosofo Mauro Magatti, Nardella ha poi sottolineato come la libertà oggi sia di tipo adolescenziale, impulsiva, superficiale, che da adulti diventa individualismo. “Ma essere liberi – ha sottolineato - non significa essere liberi da legami ma vivere nella responsabilità di cosa ci lega alla nostra comunità e alla nostra patria. Oggi dilagano modelli di libertà che sono egoismo, individualismo, poca lungimiranza, ma soprattutto in un momento di crisi economica non chiudiamoci in difesa ma facciamo un passo avanti, reagiamo, recuperiamo coraggio e consapevolezza di chi la libertà l’ha assaporata sulla sua pelle e riconquistata”. Nardella ha poi annunciato che intende concludere il percorso, avviato dal suo predecessore Matteo Renzi, del nuovo museo della Resistenza e della Liberazione. Ci sono tre luoghi ipotetici dove è possibile realizzarlo: nell’area ex Longinotti a Gavinana, a Villa Vogel e in centro, adiacente al museo Marino Marini. “Deve essere – ha detto Nardella – uno spazio dedicato ai giovani, dove coltivare ogni giorno la memoria”. Durante il suo discorso Nardella ha ricordato come quest’anno cadano altri due importanti anniversari: il centenario dell’inizio della Grande Guerra e il centenario della nascita di Gino Bartali, il campione di ciclismo ‘giusto tra le Nazioni’ per il suo impegno nel salvare vite umane durante il secondo conflitto mondiale. “Nel 1944 – ha concluso il sindaco – c’erano civiltà e fronti contrapposti: oggi dietro al nostro gonfalone c’è una sola comunità che vuole guardare avanti e ricordare tutti i suoi caduti e tutti i suoi valori. Se vogliamo dare un senso a questa giornata di memoria dobbiamo fare in modo che le tante vite spezzate per quella Liberazione non siano andate perse invano, dobbiamo far vivere quei valori combattendo per mantenere la pace in tutto il mondo e continuando imperterriti a insegnare ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze che cosa sono la libertà e la democrazia. Perché solo così potremo avere una comunità migliore”. Le celebrazioni sono iniziate questa mattina alle 7 con i rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo che l’11 agosto del 1944 suonò per annunciare alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia. Alle 10 in piazza dell’Unità Italiana il sindaco Nardella e i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e delle autorità civili, religiose e militari hanno deposto una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre. Erano presenti i sottosegretari Luca Lotti e Gabriele Toccafondi, parlamentari, assessori e consiglieri comunali. Sono stati letti messaggi della chiesa cattolica, della chiesa avventista e della comunità ebraica. Poi la banda della Filarmonica Rossini ha preceduto il corteo (fino a Palazzo Vecchio) aperto dal Tricolore, dalla bandiera del Comitato toscano di Liberazione Nazionale, da quella del Corpo volontari della Libertà, dal gonfalone di Firenze col sindaco Nardella, assessori e consiglieri comunali, insieme a quelli della Regione Toscana con la vicepresidente della giunta Stefania Saccardi, della Provincia di Firenze con l’assessore Giovanni Di Fede, del Comune di Prato con il sindaco Matteo Biffoni, del Comune di Scandicci con il sindaco Sandro Fallani, del Comune di Sesto Fiorentino con il sindaco Sara Biagiotti, degli altri comuni della provincia di Firenze. Presenti i labari delle associazioni partigiane e Vittorio Meoni presidente Anpi Siena, che nel Salone dei Cinquecento ha poi concluso la cerimonia prendendo la parola dopo Nardella.
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