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Saturday, 21 December 2013 - 10:57
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Escort a Firenze, parla il 'gioielliere': "Eravamo solo 7 amici, negozianti di qui. Nessun giro di escort"

La difesa di Franco Bellini nell'articolo di Ilaria Ulivelli
Immagine articolo - Il sito d'Italia

"Non s’è fatto nulla di male, ci siamo divertiti e si spera di divertirci ancora. Era un anno che non si faceva più nulla, fra impegni di lavoro e tutto. Abbiamo seguitato a parlarne per telefonino e basta. In tre anni si saranno fatte otto o dieci cene" risponde così all'ultima domanda di Ilaria Ulivelli de La Nazione, Franco Bellini, il gioielliere, l'orafo, l'orologiaio finito nel ciclone dell'inchiesta Bella Vita.

 

Lui è il più sboccato del gruppo, volgarità al telefono e giudizi sui "servizi" delle ragazze, ma non appare in assoluto il ritratto di una figura cattiva, anzi, solo a "leggerlo" il Bellini dà l'idea di essere il classico fiorentinaccio un po' "maledetto" con qualche chiodo fisso in testa. 

 

Si difende a spada tratta, "io e il mio gruppo di amici non c’entriamo nel giro di escort degli hotel: ci divertivamo e basta" nell'articolo dell'edizione odierna de La Nazione, il "capo puttaniere" o "ex" come sottolinea lui in una conversazione con uno dei proprietari dell'Hotel Mediterraneo, spiega che gli incontri avvenivano "come si vede al cinema. Sì, dopo il calcetto ogni tanto capita".

 

E proprio dopo il calcetto sono avvenuti gli incontri finiti nell'occhio del ciclone e dell'inchiesta condotta dal pm Bianco. La scusa della partitella con gli amici serviva a prendersi qualche ora di libertà dal menage familiare. "Vedesse che lavoro. Qualcuno non sa nemmeno correre, è solo una copertura serale se uno vuole andare a fare un po’ di casino" continua Bellini nella sua intervista a La Nazione.

 

Bellini era amico di Adriana, l'Ape Regina, ma non si sbottona. "Certo che la conosco. L’ho portata io a pranzo con Marco, una volta. Il telefono a lei l’hanno chiesto i fratelli o uno dei fratelli. Se poi le hanno telefonato cosa me ne frega".

 

Bellini che si definisce "non ingenuo" parla quasi stupito del via vai dell'Hotel Mediterraneo e lo dichiara candidamente a La Nazione: ""Dicevo guarda lì, ma pensavo fosse di passaggio. Non sapevo che ce ne fosse nemmeno una di ragazze, figurarsi 140. Eppure non sono nemmeno un ingenuo. Lui (Marco Taddei, ndr) andava a caccia in Argentina, poi a volte passava la serata con una e magari le diceva: vieni a Firenze, c’ho un albergo e ti do una camera lì, invece di 200 tu mi dai 100, nei momenti morti però, perché sono sempre pieni".

 

E anche quando gli viene fatto notare che qualche "amica" poi passava qualche giorno negli alberghi il "gioielliere" casca dalle nuvole e spiega come invece le ragazze fossero "segnate". "Sì, registrate come ospiti. Se va in albergo e ci sta quattro giorni, dà il documento e ci sta. Se poi fa salire qualcuno in camera che cosa gliene frega ai proprietari? Se è un alberghino piccino... Ma in un albergo così... Una sul suo sito aveva messo il recapito al Mediterraneo".

 

Insomma la versione del gioielliere è quella di "7 amici, negozianti di qui. Gente pulitissima che ancora va sugli alberi a prendere le susine. Lo facevamo solo per divertimento. Poi mi dirà che andrò all’Inferno, di questo deciderà Cristo. Non avevo nulla da nascondere, altrimenti non ne parlavo al telefono".

 

Non è invece questa l'idea della Procura di Firenze che ha indagato Bellini insieme ad altre 13 persone, sull'uomo pesa l'accusa per vari reati legati allo sfruttamento della prostituzione. Lui per il pm Bianco è il "reclutatore" di ragazze da smistare, ed è lo stesso che presenta A.I. ai fratelli Taddei, proprietari del Mediterraneo. In una storia che avrà ancora tanto da dire. 

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