Assoluzione anche in appello per tre carabinieri accusati da una donna straniera, allora 35enne, di aver più volte abusato di lei in casa, in caserma a Firenze, ed in auto in occasione di una perquisizione effettuata nel 2010. Ai militari, già assolti in primo grado, "ci sono voluti sette anni per arrivare alla fine del processo", dicono i suoi legali, gli avvocati Eraldo e Francesco Stefani.
I fatti, secondo quanto aveva raccontato la donna, sarebbero avvenuti durante un''indagine dei carabinieri su una vicenda di stupefacenti che coinvolgeva anche il suo compagno. La loro casa venne perquisita. Subito dopo la denuncia, le indagini permisero di scagionare due dei cinque militari chiamati in causa.
I difensori dei tre carabinieri, poi rinviati a giudizio, processati e assolti anche in primo grado ("per non aver commesso il fatto"), hanno dovuto far ricorso anche alle prove del dna che dimostrarono come le tracce trovate sugli indumenti della donna non erano riconducibili ai militari. In primo grado anche il pm Sandro Cutrignelli aveva chiesto l'assoluzione. I giudici della corte d'appello hanno anche condannato la donna, che si era costituita parte civile, al pagamento delle spese legali.
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