Denis Verdini e la Cassazione, un'attesa (troppo) lunga

"Quanto mancaaaaaa?" era la frase tormentone che ha reso celebre Vanna Marchi, la tele imbonitrice salita agli onori delle cronache per una maxi truffa fatta di acqua, sale e riti 'magici'. Quella domanda sul tempo, però, ricorre anche nei corridoi politici fiorentini e romani. Quanto manca alla sentenza della Corte di Cassazione su Denis Verdini? Ha talmente tanti processi che uno arriverà a sentenza definitiva?, mormorano uomini in doppiopetto nei corridoi dei palazzi. 

E' il calcolo dei maligni, che in politica albergano in ogni partito. In effetti però i processi davanti alla Suprema Corte per il 'suocero' di Salvini non vengono messi in calendario, e i tempi si allungano clamorosamente. Perchè la condanna in appello a sei anni e dieci mesi per il crack del Credito Cooperativo risale al luglio del 2018.

E basta scorrere le cronache giudiziarie di alcuni colleghi di Verdini, per rendersi conto di come i processi all'ex senatore siano particolarmente lenti. Ad esempio, l'ultimo arrestato, Roberto Formigoni, già ai domiciliari, fu condannato in appello nel settembre 2018, e per lui a febbraio 2019 si sono aperte le porte del carcere di Bollate, dopo la conferma della condanna per corruzione a 5 anni e 10 mesi da parte degli ermellini.

Discorso simile per un altro condannato eccellente: Silvio Berlusconi fu condannato per frode fiscale in appello nel maggio 2013, e addirittura la Cassazione riunì la sezione feriale per rendere definitiva la sentenza in dopo soli 3 mesi.

Ma come mai questo 'ritardo' nel fissare l'udienza per Denis Verdini? In molti se lo chiedono, sia in ambienti politici che giudiziari. Ma le risposte (a parte quelle maligne) per ora, non ci sono.